Corriere della Sera (Roma)

Fermi tribunali, negozi e ristoranti

Chiusi Comune e Tribunale, bar e ristoranti, mercati e negozi, monumenti, cinema e teatri

- di Lilli Garrone

Pure il tribunale civile in via Lepanto ha sbarrato le porte per neve e sono saltate udienze in quello penale. Ma ieri dal Centro alle periferie tutta la città era ko per l’ondata di maltempo siberiano. Chiusi Colosseo, Fori e Palatino, mercati rionali, decine di negozi, cinema, teatri, ville storiche e cimiteri.

Una città «chiusa» per neve. Dai mercati rionali ai negozi, dai cinema ai teatri, dal Teatro dell’Opera all’Auditorium, dalle ville storiche ai cimiteri, dagli uffici postali a quelli del Campidogli­o (per timore del ghiaccio aperti solo fino alle 14) ieri Roma, soprattutt­o nelle prime ore della mattinata, è stata la Capitale delle serrande abbassate e delle porte sprangate. Non hanno aperto i cancelli nemmeno monumenti come il Colosseo, i Fori e le Terme di Caracalla. È rimasto chiuso il Tribunale civile e molte udienze sono state sospese in quello penale. Rinviato il concerto di Ralph Towner all’Auditorium. In molti cinema cancellato l’ultimo spettacolo. Al centro commercial­e Porta di Roma perfino un gigante come Ikea non ha aperto i battenti .

La neve ha bloccato la città sia in centro, sia in periferia. Difficile trovare un bar aperto per un caffè o un cappuccino (e soprattutt­o un cornetto). Inutile andare al mercato, anche in uno al coperto come il Trionfale i banchi in funzione erano pochissimi. Ed erano vuoti quelli su strada come in via Tito Speri: non si sono visti neppure gli ambulanti.

«Ieri mattina, soprattutt­o a Roma nord, il 90% dei negozi è rimasto chiuso chiusi - conferma Giovanna Marchese Bellaroto, presidente della Cna Commercio -. Molti forni non hanno funzionato come al solito e c’è stato qualche problema nell’approvvigi­onamento del pane. Nel pomeriggio, dopo che la neve era un po’ andata via, i negozi sono stati aperti al 60%. Anche se ieri non è stata una giornata completame­nte ferma - aggiunge - sembrava comunque un giorno di festa totale come le vecchie domeniche». Così la nevicata ha avuto anche un costo economico: «Siamo abituati a mettere in conto delle giornate di incasso negativo - aggiunge la presidente della Cna Commercio -. Diciamo che ieri il volume d’affari ha avuto una perdita dell’80% rispetto ai flussi economici che girano ogni giono nei negozi».

Più chiusi nei quartieri residenzia­li, più aperti in centro e nelle vie commercial­i: «Chi ha potuto ha tirato su le saracinesc­he - spiega David Sermoneta della Confcommer­cio centro storico -, anche se ovviamene ci sono stati proble- mi con il personale».

Diverso il discorso per bar e ristoranti: «Nonostante la neve chi ha potuto è andato al lavoro - afferma Claudio Pica, presidente della Siepes Confeserce­nti - Ma certo quando faremo i conti ci sarà dal 60 all’80% di mancati incassi a seconda delle zone, in quanto non aprendo molti uffici e nessuna scuola è mancato il circuito dei clienti. Molti ristoranti hanno deciso di rimanere aperti per i turisti aggiunge - ma se qualche ristorator­e è rimasto a casa in famiglia ne avrà guadagnato in salute. Noi siamo degli stakanovis­ti del lavoro: diciamo che alla fine sono stati chiusi il 10 o il 20% dei pubblici esercizi».

Se è stato difficile fare la spesa non è stato facile neppure fare una raccomanda­ta: molti uffici postali sono rimasti chiusi in varie zone, tra cui Marconi e Parioli (via Mercalli). Non si è potuto entrare nemmeno negli undici cimiteri della città, così come stabilito dall’ordinanza del Campidogli­o. Dovevano restare chiusi anche i parchi e le ville storiche, ma in qualche caso la volontà di godersi la nevicata ha forzato i cancelli: a Villa Pamphili adulti e bambini si sono divertiti con gli sci e gli slittini, Villa Borghese è stata scelta per le passeggiat­e come pure il parco in via Nemorense. E alla fine sono stati aperti anche i giardini di piazza Vittorio.

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