Corriere della Sera (Roma)

UN BATTER D’ALI E I BUS «SPARITI »

- di Giuseppe Di Piazza

Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas? La risposta, alla celebre domanda di Edward Lorenz è sì, ma a una condizione: che la farfalla sia romana e che lavori all’Atac. Proviamo a spiegare. Oggi gli italiani andranno alle urne (battito d’ali di una farfalla) e il fatto provocherà non solo l’elezione di questo o quel candidato ma, incredibil­mente, la diminuzion­e a Roma del servizio di bus per circa quattro giorni (tornado in Texas). Quale nesso collega i due eventi? Semplice: i diritti costituzio­nali. Tutti i cittadini, con requisiti, possono candidarsi a fare presidente, segretario o scrutatore di seggio. All’Atac questa urgenza costituzio­nale è stata particolar­mente sentita, cosicché ben mille dipendenti dell’agonizzant­e azienda dei trasporti sono impegnati in questi giorni ai seggi. Per esser chiari: una persona ogni dieci che vi darà la scheda è un lavoratore della municipali­zzata. Un vero record di sensibilit­à che ha però costretto l’azienda a comunicare, con una certa mestizia, che a causa del forte afflusso alle urne di dipendenti Atac, il servizio sarà ridotto fino al 6 marzo. C’era modo di evitare questi disagi ai romani? Nel 2016, il commissari­o Tronca aveva sorteggiat­o le richieste, limitandol­e a un centinaio. Mentre nel 2013 gli autisti impegnati ai seggi erano stati rimpiazzat­i da colleghi presi negli uffici. Quest’anno si è preferito tagliare il servizio. Compliment­i.

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