LE STRADE, DISSESTO CAPITALE
Si chiama «manutenzione ordinaria» della città. Cinque, dieci centimetri di neve in una notte, e Roma si è ritrovata con ferite ancora più aperte. Buche, voragini, alberi caduti, allagamenti. Sembra impossibile eppure, mentre ci parlano di smart city, di banda larga, di acquisti on line e servizi al cittadino pronti via web, la Capitale d’Italia è sempre più vittima di mali antichi: un temporale e un po’ di neve e sembriamo una località disconnessa col mondo civile. Ieri, sul
Corriere, Paolo Conti ha elencato da cronista di razza qual è, le tante strade, su cui si sono aperte piccole e grandi ferite. Che fine hanno fatto gli appalti da 77 milioni per la manutenzione di 800 dei 5.500 km di strada dissestate? E che destino hanno avuto i 140 milioni stanziati per la stessa causa dal governo nazionale? Nel 2005 la Honda, famosa casa motoristica giapponese, installò a Roma il centro di ricerca sulle sospensioni dei suoi scooter perché non esisteva altra città al mondo più «all’avanguardia» sulle buche. Cara sindaca, passato il turno elettorale politico e regionale, ora sarebbe il caso di dedicarsi a questa città con la buona amministrazione sulle piccole cose. Pensi un po’ alle buche per evitare che Roma sia la capitale del dissesto stradale. Forse è un primato che non ci meritiamo.
P.S. A proposito di servizi al cittadino: nei municipi l’appuntamento per chi deve fare la carta di identità ti viene dato a fine maggio. Ah, la Capitale…