Il presidente uscente a dita incrociate «Troppe le incognite»
Nicola Zingaretti pare avviarsi verso il bis, dai primi exit-poll sembra avviato alla riconferma. «I numeri sono incerti, bisogna aspettare per il verdetto». Il diktat è «nessun commento» sulle primissime arrivati nella serata di ieri, eppure tutti molto favorevoli per il dem, quotato tra il 30 e il 34%, staccato dagli avversari Lombardi e Parisi in quest’ordine.
La fiducia però sembra regnare nell’aria, anche se a dita saldamente incrociate. «Troppe le incognite, qui si parla di pochissimi punti di percentuale che ballano tra i candidati», trapela dallo staff. Il rebus si gioca tutto su quanto porteranno in termini di voti le liste civiche legate al governatore, ma si teme anche l’exploit di destre e Casapound, possano sottrarre peso alla percentuali.
Nonostante i sondaggi che negli ultimi mesi davano in vantaggio l’esponente Pd, la cautela è massima nella lunga notte dell’attesa, per scaramanzia, ma anche per i dati sono ancora vaghi. Le ultime ore di campagna elettorale nel Lazio avevano evidenziato una forbice stretta di percentuali tra gli sfidanti, con il trio dei candidati più favoriti - Zingaretti, Lombardi e Parisi staccati di pochissimi punti, in bilico tra il 28 e il 33% (con in testa però, sempre l’ex presidente). Gli exit poll notturni hanno confermato le previsioni. Prudenza insomma, tanto che ieri non c’è nessun incontro ufficiale di staff e militanti. Nicola Zingaretti ha atteso i risultati delle politiche a casa sua, in famiglia, dopo essere uscito in mattinata per votare. Si è recato al seggio intorno alle 10 alla scuola in via Antonio Mordini, vicino piazza Mazzini. «Che ci fate qui, votate tutti qui?», ha scherzato con i cronisti che lo attendevano: «Silenzio elettorale, parla il popolo», l’unico commento del cinquantatreenne candidato del centrosinistra. Oggi invece, con lo spoglio delle Regionali al via dalle ore 14, l’appuntamento è a Piazza di Pietra, nel cuore di Roma, nelle sale del Tempio di Adriano. Luogo-talismano scelto non a caso: cinque anni fa è lì che il governatore festeggiò la sua elezione alla Regione. Tenta ora il bis, appoggiato dalle liste Pd, le civiche con Verdi e Socialisti e da Liberi e Uguali che - diversamente dalla scacchiera nazionale - ha scelto di sostenere il candidato dem.