Festa per Zeichen, e nella «baracca» la Casa della poesia
Il progetto della figlia Marta e degli amici Reading il 24 marzo, a 80 anni dalla nascita
L’idea iniziale è quella di preservare la biblioteca di Valentino Zeichen, all’interno della sua abitazione: una mitica «baracca» al Flaminio dove il poeta ha vissuto dagli anni 50 fino alla sua scomparsa, nel luglio del 2016. Un progetto culturale dal fascinoso nome la Casa della poesia, che vuole essere anche un centro per quella contemporanea dal 1970 ad oggi.
E qui, in attesa della realizzazione di questo desiderio della figlia Marta Manca Zeichen e di tutti gli amici di Valentino, si farà il 24 marzo una festa simbolica per i suoi 80 anni con reading di versi. Mentre per il 16 maggio è già in programma alla Casa delle Letterature, una giornata di studi su Valentino Zeichen e la sua poetica. «La sua dimora meriterebbe di essere preservata e valorizzata — racconta la figlia Marta — . È in questo spazio che mio padre ha vissuto per più di 50 anni, ed è un luogo che ha rappresentato per molti decenni un ritrovo per artisti e intellettuali, e un punto di incontro per molte persone legate al mondo culturale romano e non solo».
La proposta, alla cui realizzazione stanno lavorando anche Maria Ida Gaeta, la direttrice della Casa delle letterature, il poeta Sacha Piersanti e l’attore Emanuele Marchetti, è quella di vincolare lo spazio in cui sorge la dimora di Zeichen e di promuovere una Casa della poesia. «Potrebbe diventare un “polo poetico” interamente dedicato ai versi italiani del Novecento e del nuovo Millennio — aggiunge la figlia —. La casa del poeta Zeichen potrebbe essere in primis un luogo che ospita i suoi libri, collage, foto ed appunti aperto a chiunque ne volesse consultare l’opera e vedere come viveva un grande poeta in questo luogo tanto particolare, già diventato una leggenda. Abbiamo già preso un primo contatto con le istituzioni. Mi auguro che il progetto si possa realizzare e credo si possa attuare con pochi fondi. La struttura andrebbe conservata così com’è una volta messa in sicurezza: vanno solo ripensati gli spazi per creare un piccolo auditorium e la biblioteca».
I progetti architettonici ci sono già. All’inizio di questo mese, infatti, ne sono stati presentati all’Acquario romano dieci per un dottorato in Architettura: «La Casa del poeta» coordinato da Orazio Carpenzano con la collaborazione degli architetti Paolo Marcoaldi e Marco Pietrosanto, hanno fatto parte integrante della mostra le fotografie di Dino Ignami e un ritratto del poeta di Luigi Ontani. «Potrebbe diventare una “stazione” culturale conclude Marta Zeichen - con il museo Explora, il circuito culturale delle sedi straniere. Una casa dedicata alla poesia a Roma non esiste».