Parisi: «Pirozzi? Scelta inutile»
Il candidato del centrodestra in attesa: «Un mese fa eravamo 15 punti dietro, ora speriamo ancora...»
Stefano Parisi attacca: «Pirozzi? Un voto inutile». Il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, malgrado non ci siano ancora risultati definitivi, si presenta nel pomeriggio nella sede del suo comitato elettorale e commenta il voto. «In fondo, confessa, la remuntada c’è stata...».
«Siamo testa a testa e adesso vediamo i risultati, vediamo che succede. Lo scrutinio va un po’ a rilento, ma mi pare ci siano tutte le condizioni. La partita è ancora aperta». Non si sbilancia, ma sotto sotto ci crede Stefano Parisi quando attorno alle 19 si materializza nella sala stampa dell’Hotel Savoy, nel centro della città, dove da ore i suoi compulsano exit poll, proiezioni e sondaggi che arrivano da tutta la regione.
L’accoglienza è da stadio: «Stefano, Stefano, Stefano…», gridano in tanti. I suoi sostenitori e l’intero staff lo aspettano da ore. Dalle due del pomeriggio infatti il candidato del centrodestra si trova nella struttura, ma preferisce rifugiarsi con i suoi familiari, gli amici più stretti e il cane Mirò, in una sala dall’albergo riservata. E di fatto, quando sono state scrutinate 1.015 sezioni su 5.285 Mr Chily è al 31,86% a solo una lunghezza da Nicola Zingaretti. «Vi rendete conto che tre settimane fa eravamo a 15 punti dal fratello di Montalbano?», ironizza con orgoglio una militante di Energia per l’Italia.
La giornata è ancora lunga. Qualcuno ipotizza che la situazione si definirà «alle 2 di notte». Ma Parisi sfida la sorte e incontra i giornalisti e abbraccia i compagni di questa avventura. In fondo, confessa, la remuntada (la rimonta in spagnolo ndr)c’è stata: «Quando sono partito eravamo a 20 punti di distanza e io ora spero che nel Lazio ci sia un cambio di guida: vediamo nelle prossime ore cosa succede». Un po’ di rammarico c’è nell’aria. Quando però alle 22 Zingaretti annuncia la vittoria, Parisi prima gli augura di «governare bene il Lazio», e poi ammette: «Se avessimo avuto solo un’ora per confrontarci faccia a faccia, avremmo vinto noi. Lo dicono i numeri e i fatti. Il centrodestra si è deciso troppo tardi, bisogna riconoscerlo». Ma la strada del neo presidente comincia forse in salita visto che nel parlamentino della Pisana non avrà una larga maggioranza: «Zingaretti ora deve trovare sostegno in Consiglio, ma non certo da parte nostra. Zingaretti si deve assumere le responsabilità. Noi non condividiamo nulla del suo programma. È giusto che trovi la maggioranza nella sua coalizione».
Nell’entourage di Parisi una sostenitrice aggiunge: «Se Stefano avesse iniziato un mese prima ce l’avrebbe fatta». Per non parlare della mancata unità del centrodestra. La candidatura del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi verso la fine dello scrutinio si attesta al 4,6%, voti che avrebbero consentito a Parisi di conquistare la Regione. Non a caso l’ex candidato sindaco di Milano si toglie un sassolino dalle scarpe: «È stata una candidatura inutile quella di Pirozzi. La sua scissione ha pesato molto». Marco Marsilio, candidato al Senato per FdI, attacca: «Alla fine chi si vantava di essere il campione del mondo non gioca nemmeno in serie B e chi veniva dileggiato come l’intruso della campagna elettorale sta addosso a Zingaretti con solo 20 giorni di campagna elettorale. Fa rabbia il voto disperso su una candidatura di disturbo». Eppure fino all’ultimo Parisi non demorde: «Siamo in leggerissimo svantaggio. È un piccolo miracolo». Ma alla fine anche Mr Chily si arrende.