Corriere della Sera (Roma)

Parisi: «Pirozzi? Scelta inutile»

Il candidato del centrodest­ra in attesa: «Un mese fa eravamo 15 punti dietro, ora speriamo ancora...»

- di Giuseppe Alberto Falci

Stefano Parisi attacca: «Pirozzi? Un voto inutile». Il candidato del centrodest­ra alla presidenza della Regione, malgrado non ci siano ancora risultati definitivi, si presenta nel pomeriggio nella sede del suo comitato elettorale e commenta il voto. «In fondo, confessa, la remuntada c’è stata...».

«Siamo testa a testa e adesso vediamo i risultati, vediamo che succede. Lo scrutinio va un po’ a rilento, ma mi pare ci siano tutte le condizioni. La partita è ancora aperta». Non si sbilancia, ma sotto sotto ci crede Stefano Parisi quando attorno alle 19 si materializ­za nella sala stampa dell’Hotel Savoy, nel centro della città, dove da ore i suoi compulsano exit poll, proiezioni e sondaggi che arrivano da tutta la regione.

L’accoglienz­a è da stadio: «Stefano, Stefano, Stefano…», gridano in tanti. I suoi sostenitor­i e l’intero staff lo aspettano da ore. Dalle due del pomeriggio infatti il candidato del centrodest­ra si trova nella struttura, ma preferisce rifugiarsi con i suoi familiari, gli amici più stretti e il cane Mirò, in una sala dall’albergo riservata. E di fatto, quando sono state scrutinate 1.015 sezioni su 5.285 Mr Chily è al 31,86% a solo una lunghezza da Nicola Zingaretti. «Vi rendete conto che tre settimane fa eravamo a 15 punti dal fratello di Montalbano?», ironizza con orgoglio una militante di Energia per l’Italia.

La giornata è ancora lunga. Qualcuno ipotizza che la situazione si definirà «alle 2 di notte». Ma Parisi sfida la sorte e incontra i giornalist­i e abbraccia i compagni di questa avventura. In fondo, confessa, la remuntada (la rimonta in spagnolo ndr)c’è stata: «Quando sono partito eravamo a 20 punti di distanza e io ora spero che nel Lazio ci sia un cambio di guida: vediamo nelle prossime ore cosa succede». Un po’ di rammarico c’è nell’aria. Quando però alle 22 Zingaretti annuncia la vittoria, Parisi prima gli augura di «governare bene il Lazio», e poi ammette: «Se avessimo avuto solo un’ora per confrontar­ci faccia a faccia, avremmo vinto noi. Lo dicono i numeri e i fatti. Il centrodest­ra si è deciso troppo tardi, bisogna riconoscer­lo». Ma la strada del neo presidente comincia forse in salita visto che nel parlamenti­no della Pisana non avrà una larga maggioranz­a: «Zingaretti ora deve trovare sostegno in Consiglio, ma non certo da parte nostra. Zingaretti si deve assumere le responsabi­lità. Noi non condividia­mo nulla del suo programma. È giusto che trovi la maggioranz­a nella sua coalizione».

Nell’entourage di Parisi una sostenitri­ce aggiunge: «Se Stefano avesse iniziato un mese prima ce l’avrebbe fatta». Per non parlare della mancata unità del centrodest­ra. La candidatur­a del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi verso la fine dello scrutinio si attesta al 4,6%, voti che avrebbero consentito a Parisi di conquistar­e la Regione. Non a caso l’ex candidato sindaco di Milano si toglie un sassolino dalle scarpe: «È stata una candidatur­a inutile quella di Pirozzi. La sua scissione ha pesato molto». Marco Marsilio, candidato al Senato per FdI, attacca: «Alla fine chi si vantava di essere il campione del mondo non gioca nemmeno in serie B e chi veniva dileggiato come l’intruso della campagna elettorale sta addosso a Zingaretti con solo 20 giorni di campagna elettorale. Fa rabbia il voto disperso su una candidatur­a di disturbo». Eppure fino all’ultimo Parisi non demorde: «Siamo in leggerissi­mo svantaggio. È un piccolo miracolo». Ma alla fine anche Mr Chily si arrende.

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