Corriere della Sera (Roma)

Luis Alberto in calo, la Lazio diventa sterile

Lo spagnolo meno brillante, condiziona­to dal dualismo con Felipe Anderson

- Stefano Agresti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Chi ha detto che la concorrenz­a stimola e migliora? Mica vero. O almeno, non sempre vero. Prendete Luis Alberto: da quando Felipe Anderson ha riacquista­to una buona condizione e sgomita per essere titolare nella Lazio, lo spagnolo si è spento. Non segna più, non è decisivo come prima, è molto meno brillante. Una casualità? Può essere. Però le date sono incredibil­mente coincident­i.

Luis Alberto ha realizzato il suo ultimo gol il 21 gennaio contro il Chievo. Nella partita successiva – tre giorni dopo, recupero contro l’Udinese – Felipe Anderson è stato titolare per la prima volta in campionato (in precedenza lo era stato solo negli incontri meno rilevanti di Coppa Italia, contro Cittadella e Fiorentina).

Da quel momento, 21 gennaio appunto, il talento biondo platino si è fermato: zero reti e appena un paio di assist contro Verona e Steaua in nove partite. Irriconosc­ibile.

È stato subito chiaro come il brasiliano fosse un’alternativ­a allo spagnolo: o gioca uno oppure l’altro, tranne casi eccezional­i nei quali può rimanere fuori Milinkovic-Savic (ma questa è un’eventualit­à che non può essere presa in consideraz­ione per le partite di maggiore importanza). Bocciata l’ipotesi di spostare Anderson sulla fascia, al posto di Marusic: a Inzaghi Felipe non garantisce copertura e lui non vuole saperne di occupare una posizione che definisce «da terzino».

Inesplorat­a per ora l’idea di una variazione di modulo per scelta dell’allenatore: stiamo andando oltre ogni aspettativ­a, perché dovrei cambiare? La convivenza tra i due è quasi improponib­ile, insomma. E la sensazione è che Luis Alberto abbia avvertito la pressione determinat­a dalla concorrenz­a di Felipe Anderson, anche lui ricco di talento, patrimonio della società, amato da buona parte del popolo laziale nonostante qualche comportame­nto non proprio adeguato.

Da intoccabil­e a titolare a rischio, Luis Alberto è diventato un altro. Il motivo del calo non deve necessaria­mente essere la presenza di Felipe Anderson, o soltanto questa. Magari è intervenut­o uno scadimento di condizione, forse sullo spagnolo pesano i tantissimi impegni e l’impiego quasi continuo per molti mesi, in parte incide anche il fatto che gli avversari adesso lo conoscono e studiano come limitarlo.

E poi qualche bella intuizione ce l’ha ancora: meraviglio­so ad esempio il colpo di tacco con il quale, contro il Milan, ha messo Immobile davanti a Donnarumma.

Resta quella faccia un po’ così che Luis Alberto mostra quando si alza la lavagna luminosa con il suo numero accanto a quello di Felipe Anderson: ma devo uscire un’altra volta?

E chissà quale smorfia propone quando scopre che non è tra i titolari, come probabilme­nte capiterà giovedì nell’andata di Europa League contro la Dinamo Kiev. Il talento c’è, ora serve anche il carattere: Inzaghi sta lavorando affinché lo tiri fuori.

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Talento Il fantasista Luis Alberto, 26 anni, è alla seconda stagione in maglia biancocele­ste

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