Luis Alberto in calo, la Lazio diventa sterile
Lo spagnolo meno brillante, condizionato dal dualismo con Felipe Anderson
Chi ha detto che la concorrenza stimola e migliora? Mica vero. O almeno, non sempre vero. Prendete Luis Alberto: da quando Felipe Anderson ha riacquistato una buona condizione e sgomita per essere titolare nella Lazio, lo spagnolo si è spento. Non segna più, non è decisivo come prima, è molto meno brillante. Una casualità? Può essere. Però le date sono incredibilmente coincidenti.
Luis Alberto ha realizzato il suo ultimo gol il 21 gennaio contro il Chievo. Nella partita successiva – tre giorni dopo, recupero contro l’Udinese – Felipe Anderson è stato titolare per la prima volta in campionato (in precedenza lo era stato solo negli incontri meno rilevanti di Coppa Italia, contro Cittadella e Fiorentina).
Da quel momento, 21 gennaio appunto, il talento biondo platino si è fermato: zero reti e appena un paio di assist contro Verona e Steaua in nove partite. Irriconoscibile.
È stato subito chiaro come il brasiliano fosse un’alternativa allo spagnolo: o gioca uno oppure l’altro, tranne casi eccezionali nei quali può rimanere fuori Milinkovic-Savic (ma questa è un’eventualità che non può essere presa in considerazione per le partite di maggiore importanza). Bocciata l’ipotesi di spostare Anderson sulla fascia, al posto di Marusic: a Inzaghi Felipe non garantisce copertura e lui non vuole saperne di occupare una posizione che definisce «da terzino».
Inesplorata per ora l’idea di una variazione di modulo per scelta dell’allenatore: stiamo andando oltre ogni aspettativa, perché dovrei cambiare? La convivenza tra i due è quasi improponibile, insomma. E la sensazione è che Luis Alberto abbia avvertito la pressione determinata dalla concorrenza di Felipe Anderson, anche lui ricco di talento, patrimonio della società, amato da buona parte del popolo laziale nonostante qualche comportamento non proprio adeguato.
Da intoccabile a titolare a rischio, Luis Alberto è diventato un altro. Il motivo del calo non deve necessariamente essere la presenza di Felipe Anderson, o soltanto questa. Magari è intervenuto uno scadimento di condizione, forse sullo spagnolo pesano i tantissimi impegni e l’impiego quasi continuo per molti mesi, in parte incide anche il fatto che gli avversari adesso lo conoscono e studiano come limitarlo.
E poi qualche bella intuizione ce l’ha ancora: meraviglioso ad esempio il colpo di tacco con il quale, contro il Milan, ha messo Immobile davanti a Donnarumma.
Resta quella faccia un po’ così che Luis Alberto mostra quando si alza la lavagna luminosa con il suo numero accanto a quello di Felipe Anderson: ma devo uscire un’altra volta?
E chissà quale smorfia propone quando scopre che non è tra i titolari, come probabilmente capiterà giovedì nell’andata di Europa League contro la Dinamo Kiev. Il talento c’è, ora serve anche il carattere: Inzaghi sta lavorando affinché lo tiri fuori.