QUEL PRESIDENTE DI SEGGIO E MIO FIGLIO CHE VOTA A 24 ANNI
Caro Conti, vorrei segnalare, a proposito delle recenti elezioni e degli scrutini, una cosa grave successa al seggio 126 di Roma (II Circoscrizione, istituto Settembrini di via Sebenico): il presidente del seggio ha impedito a mio figlio di 24 anni di votare per la Regione adducendo il motivo che sulle liste degli elettori ci fosse scritto, accanto al suo nome, «Vota solo per la Camera». Mio figlio è stato ingenuo a non insistere, ma possibile che un presidente di seggio non sappia che solo per il Senato si vota sopra i 25 anni? Chissà a quanti altri giovani ieri è stato impedito di esercitare il proprio diritto... Marta Bottari
Invece nel mio seggio (Monteverde Vecchio, via di Villa Pamphilj) il presidente non ha retto allo stress, alla stanchezza, alle file e ha cominciato ad aggredire verbalmente i votanti: sono intervenuti i due carabinieri di guardia a pianterreno. Il lettore Marco Bauer suggerisce di affidare tutto, in futuro, ai soli pensionati che hanno tempo per studiare le carte e pazienza. Ma c’è una legge nazionale in ballo. Il caso di suo figlio è particolarmente spiacevole e inaccettabile. Si chiede continuamente alle nuove generazioni di partecipare alla vita pubblica e poi si impedisce persino il diritto di voto. Qualcuno ne risponderà?