Di Cola (Cgil): servono 10 mila assunzioni in 5 anni
Sanità in crisi Le proposte del sindacato al governatore
Natale Di Cola, segretario della Cgil Funzione pubblica di Roma e Lazio, indica una delle priorità per la nuova giunta Zingaretti: «Servono 10 mila assunzioni di medici, infermieri e tecnici di radiologia nei prossimi 5 anni per abbattere le liste d’attesa e evitare che la sanità pubblica sia surclassata da quella privata». Intanto oggi il neo presidente Nicola Zingaretti incontra i direttori generali di Asl e ospedali pubblici per parlare di come affrontare il problema delle liste d’attesa.
«Servono 10 mila assunzioni di medici, infermieri e tecnici di radiologia nei prossimi 5 anni per abbattere le liste d’attesa, garantire servizi di qualità e evitare che al sanità pubblica sia surclassata da quella privata». Natale Di Cola, segretario della Cgil Funzione pubblica di Roma e Lazio, punta il dito su una delle priorità individuate dal sindacato per i prossimi anni. E dopo avere letto l’indagine pubblicata ieri sul Corriere della
Sera sui tempi necessari per prenotare tac, ecografie e visite specialistiche, ammette: «È un problema che la Regione deve affrontare senza esitazioni, ma per risolverlo non servono solo investimenti in tecnologie e in personale: il governo nazionale deve intervenire. E un ruolo importantissimi viene giocato dai medici di base che devono prescrivere analisi, visite e tac in modo appropriato. E su questo c’è ancora molto lavoro da fare anche se l’indicazione delle priorità sulle ricette è una chiave di volta per arrivare ai livelli dell’Emilia Romagna e della Lombardia». Il sindacato suggerisce inoltre di usare anche «l’intramoenia (l’attività libero professionale
per smaltire i tempi d’attesa».
Secondo uno studio elaborato dalla Cgil Funzione pubblica, negli ultimi 10 anni sono andati in pensione 8 mila dipendenti del comparto di salute pubblica locale (il 20% del totale). Medici, infermieri e tecnici di radiologia non sono stati rimpiazzati per il blocco del turn over imposto dal governo nazionale che dal 2007 a oggi ha commissariato il Lazio a causa del deficit miliardario di asl e ospedali pubblici. Questo spesso ha causato non pochi problemi in Pronto soccorso, sale operatorie e reparti di radiologia dove le liste d’attesa per effettuare accertamenti si sono allungate in modo pauroso.
Da quest’anno, però, grazie ai tagli, ai risparmi fatti e alla riorganizzazione in reparti e ambulatori, Palazzo Chigi ha già autorizzato Nicola Zingaretti a rimpiazzare chi andrà in pensione. Intanto l’eta media del personale è arrivata a quasi 53 anni. «E nei prossimi 5 anni andranno a riposo altri 7.695 dipendenti della sanità pubblica - ricorda Di Cola -. Quindi è indispensabile non solo sostituirli, ma anche recuperare almeno 2.500 posti persi negli ultimi 10 anni». Altro capitolo dolente «è quello dell’innovazione - aggiunge il segretario della Cgil -. Su questi temi serve un urgente confronto con Zingaretti».
Concorda Sonia Pecorilli, coordinatore esecutivo Usb Sanità: «Quello delle liste d’attesa è un problema non risolto causato dalla spending
review e dalle politiche di tagli che tendono ad esternalizzare e privatizzare servizi». Lo scorso anno era stato messo a punto un piano «ma da allora non è cambiato nulla - sostiene Pecorilli -. Quel piano non è mai stato attuato. I medici di base non indicano l’urgenza sulle ricette e non usano le corsie preferenziali che hanno per la prenotazione. Il blocco dell’intramoenia in caso di sforamenti nei tempi non è mai avvenuto. E questo perché nessuno controlla la qualità delle cure e i soldi vengono spesi in modo scelerato da chi invece dovrebbe vigilare sulla salute pubblica».
Sonia Pecorilli (Usb) «Da molti anni si è pensato solo a tagliare reparti e dare appalti esterni nelle Asl»