Maxi-liste d’attesa, serve più personale
Il governatore: entro 10 giorni il cronoprogramma dei progetti
Nicola Zingaretti, dopo avere incontrato i direttori generali delle Asl, annuncia: «Più personale, più tecnologie e una migliore organizzazione per battere le liste d’attesa troppo lunghe».
Ogni Asl e ogni ospedale pubblico del Lazio ha 10 giorni di tempo per indicare ai vertici della Regione come verranno investiti gli oltre 700 milioni di investimenti disponibili nei prossimi 5 anni tra ristrutturazioni edilizie, interventi di messa a norma (antincendio), acquisto di moderne apparecchiature (Tac, Pet e ecografi), compresi i tempi di realizzazione dei singoli progetti. È il primo risultato della riunione ieri tra il neo rieletto governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e i direttori generali della sanità pubblica.
«Entro 10 giorni - ha spiegato - avremo il cronoprogramma delle attività per quanto riguarda gare e procedure, per avere quotidianamente un monitoraggio dello stato della situazione». Nei piani la Regione ha previsto l’acquisto di 65 tra Tac, Pet, risonanze magnetiche e ecografi che andranno a aumentare l’offerta degli ambulatori di radiologia e sostituire i macchinari più vecchi.
L’altro argomento al centro dell’incontro è stato il problema delle liste d’attesa: dopo 10 anni di commissariamento e di blocco del turn over, «aumenteremo il personale dei centri diagnostici di asl e ospedali, abbiamo promosso l’acquisto di nuove tecnologie e stiamo già ottenendo i primi risultati positivi rispetto al passato attraverso la riorganizzazione del sistema di prenotazione - spiega Zingaretti -. Puntiamo all’obiettivo che ci eravamo dati sulle 49 prestazioni più richieste dai malati, che devono essere effettuate nei tempi previsti dal ministero della Salute». In altre parole a aprile 2017 il governatore aveva firmato un provvedimento che prevedeva che su ogni ricetta venga indicato dal medico di famiglia «in scienza e coscienza» il tempo massimo per effettuare Tac o visite specialistiche, in base ovviamente alle esigenze del malato: «U» come urgente (con attesa massima 3 giorni); «B» come breve (10 giorni); «D» come differibile (60-90 giorni); «P» come programmato (6 mesi-1 anno) in casi di controlli dopo operazioni o gravi malattie. È anche in fase sperimentale il collegamento informatico diretto tra il Recup (il Centro di prenotazione regionale) e gli studi dei medici di base che nel distretto di Torpignattara possono fissare direttamente le date degli appuntamenti. «Anche su questo i direttori hanno avuto mandato di monitorare l’efficacia e gli esiti del Piano finanziato prima delle elezioni - precisa Zingaretti -. Entro 10 giorni si rifarà il punto per capire come anche sulle liste d’attesa ci possa essere una svolta percepita e comprensibile da tutti». Questo lavoro sarà anche la base sulla quale verranno poi giudicati i manager della sanità: chi non rispetta il cronoprogramma rischia al poltrona.
Fabrizio D’Alba, direttore generale del San Camillo, avverte: «Non basta aumentare l’offerta di Tac e visite: è necessario anche dare trasparenza e tracciabilità di prenotazioni e prestazioni e garantire risposte diversificate e appropriate ai bisogni dei malati».