Corriere della Sera (Roma)

Zibba in concerto Un cantautore pop e romantico

Monk Il cantautore live con le canzoni del nuovo album «Le cose» «Mi considero un artista di nicchia, distante dalle mode del momento»

- di Laura Martellini

«Suono da quando ero ragazzo, ma mi considero un cantautore di nicchia, distante dalle mode del momento»: così Zibba descrive se stesso, a solo un mese dall’uscita di un album, Le cose, che è un abito cucito sulla propria misura dopo tanta scrittura per altri: da Finardi, a Cristiano De André, Patty Pravo, Emma, Alexia. E collaboraz­ioni con Jack Savoretti, Jovanotti, Tiziano Ferro, Alex Britti («Senza la sua influenza — dice — non sarei qui a fare questo mestiere»). Sabato Zibba sarà con la band al Monk.

Vincere premi come un fuoriclass­e, ma non averne l’aria: premio della critica a Sanremo 2014, Targa Tenco nel 2012, premio Bindi (di cui è ora direttore artistico) nel 2011. Eppure lui, aria da duro, il titolo di una canzone di Erica Mou tatuato sulla gamba destra (Se mi lasciassi sola), si offre alla scena con una sincerità che gli ha conquistat­o crescenti apprezzame­nti: «Per me avere davanti centinaia di persone o decine non cambia. Conta la passione». Ligure di Varazze, confessa un debito con Roma: «Ho attinto alla scuola romana di Fabi, Zampaglion­e, Silvestri, Britti, più di quanto abbia fatto con quella ligure. I miei miti Dalla, Battisti, il De André più moderno. Fra gli stranieri Tom Waits. Roma è anche in questi anni un serbatoio di creatività». Le cose segna una svolta: dal folk italiano a un sound più internazio­nale, «nella scrittura sono partito dal digitale, cercando con Simone Sproccati la sfumatura giusta per ogni artista». Nel disco, infatti, i contributi di Elodie, Marco Masini, la chitarra di Britti. «Marco fu fra i primi a notare il mio mood che definì molto poco italiano. Elodie è un’anima a me affine. Come andò con Patty Pravo? Tre anni fa mi chiamò il suo manager per scrivere una ballatina. Io buttai giù un pezzo struggente, e lei, “Questo ragazzo ha scritto un capolavoro”».

Descrive: «Le cose è un album senza cose enormi da dire. La mi visione di papà di un bimbo di quattro anni che si domanda cosa stiamo lasciando alla generazion­e futura. Da giovane ero ancora romantico, ora sono consapevol­e della piccolezza della vita. La gavetta l’ho percorsa tutta. Prima il liceo artistico, poi l’Accademia. A 14 anni suonavo nelle band della zona, e ringrazio i miei genitori di non avermi ostacolato quando ho deciso che questa sarebbe stata la mia strada. Il nome mi venne dato al liceo, senza nessun significat­o particolar­e. Al mio fianco, dagli anni 90 fino a oggi, il batterista Andrea Balestrier­i».

Dura gavetta e slancio: «Non c’è un meglio e un peggio. A Milano ho fondato un’etichetta, Platonica, che privilegia il romanticis­mo e se ne infischia delle classifich­e. E negli occhi dei ragazzi rivedo lo stesso entusiasmo che avevo io un tempo. I talent hanno ora un ruolo più marginale. Funzionano di più i pezzi sul web e autoprodot­ti».

Ora i talent hanno un ruolo marginale. Funzionano di più i pezzi sul web e autoprodot­ti

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Fuoriclass­e Zibba (vero nome Sergio Vallarino) ha composto canzoni anche per Patty Pravo, Emma, Alexia

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