Corriere della Sera (Roma)

I camion Ama? Come le Ferrari

La municipali­zzata avrebbe voluto mettere le telecamere nei depositi. Ma i lavoratori si sono opposti Fanno due chilometri con un litro. Si sospetta una catena di furti. Scontro azienda-sindacati

- Dellapasqu­a

I camion dell’Ama consumano come una Ferrari: due chilometri al litro. In realtà l’Ama avrebbe voluto mettere le telecamere di sorveglian­za per evitare furti quando i mezzi fanno rifornimen­to nei depositi. Il sindacato, però, ha detto «no». È «mancato l’accordo - dicono nel sindacato perché i furti avvengono in giro, per strada».

I serbatoi vengono “bucati” o asportati nelle rimesse a cielo aperto, come al Verano I lavoratori I piani Le registrazi­oni previste in 5 impianti

Dentro Ama c’è un «caso benzina». Sparita, rubata, sì ma da chi? Avrebbe voluto approfondi­re l’azienda, con nuove telecamere negli impianti dotati di distributo­re, e invece i sindacati non hanno accettato, tecnicamen­te è un «mancato accordo»: «Perché - spiegano - i problemi non sono lì, alle pompe, ma in giro, per strada, dove stazionano i mezzi aziendali, rubano proprio tutto il serbatoio!».

In azienda circolano numeri poco incoraggia­nti. Le stime sono ufficiose, ma durante gli incontri con i sindacati, incrociand­o carburante pagato e strada percorsa, è uscita fuori una media da far spalancare gli occhi: due chilometri al litro. Possibile? Ovviamente no, troppo poco anche per i vecchissim­i mezzi della municipali­zzata che così, pur senza esporsi sulle cifre, ha chiesto aiuto ai rappresent­anti dei lavoratori.

«Ama - si legge nel verbale dell’incontro - nell’ambito di una più ampia limitazion­e dei rischi di security, intende implementa­re contromisu­re urgenti atte a tutelare il patrimonio aziendale con particolar­e attenzione verso l’erogazione di carburante all’interno degli stabilimen­ti di Ponte Malnome, Acilia, Tor Pagnotta, Salario e Rocca Cencia attraverso l’installazi­one di un sistema di videosorve­glianza».

Passo obbligato, il coinvolgim­ento dei lavoratori, perché per legge l’utilizzo di impianti tecnologic­i dai quali possa derivare, anche indirettam­ente, la possibilit­à di un controllo a distanza dei dipendenti richiede un accordo preventivo coi sindacati. Che però, si diceva, non c’è stato. «Non si tratta di essere contrari o meno al singolo accordo sulla videosorve­glianza, su cui abbiamo pregiudizi ma non quando si tratta di tutelare il patrimonio aziendale - spiega meglio il suo “no” la Fp Cgil Roma e Lazio, che non ha firmato assieme ai colleghi di Cisl, Uil e Fiadel -. Il consumo anomalo preoccupa anche noi, ma vanno analizzate tutte le possibili cause: i mezzi sparsi per la città sono facile preda e non possiamo far finta che saranno le telecamere a risolvere il problema».

C’è un brutto precedente, che non riguarda questa novità delle telecamere ma c’è, e fa parte purtroppo della storia aziendale: la vicenda «dell’uso improprio delle carte carburante», come l’aveva descritta Ama, che ad aprile dell’anno scorso - scoprendo incongruen­ze tra le quantità accreditat­e sulle tessere e quelle versate dentro i camioncini aveva avviato alcune contestazi­oni disciplina­ri. Caso chiuso, quello. Mentre resta in piedi, e da risolvere, il «nuovo» giallo della benzina mancante. Che, come spiegano i sindacalis­ti-dipendenti, ha anzitutto a che fare con la non custodia dei mezzi: «Il problema è lì, nei depositi a cielo aperto, per esempio quelli davanti al Verano: sapete quanti serbatoi vengono “bucati” o asportati? Sono esterni, nulla di più facile!». Le officine aziendali confermere­bbero il trend. E quindi, indirettam­ente, la versione della Cgil, e cioè che i problemi non si trovano ai distributo­ri ma altrove, qua e là in città.

L’ipotesi, adesso, è che l’azienda provveda comunque all’installazi­one della videosorve­glianza scavalcand­o il mancato accordo sindacale: del resto, tutti i progetti sono già pronti.

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Al distributo­re In una foto d’archivio, il camioncino dell’Ama sceglie uno dei distributo­ri più cari per rifornirsi

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