Corriere della Sera (Roma)

Bombarolo voleva una strage di bimbi

Arrestato un lèttone, inneggiava all’Isis

- Rinaldo Frignani

Inneggiava agli autori delle stragi di Columbine (1999), Dallas (2016) e New York (2017), quest’ultima dell’Isis, e ordinava per posta sostanze esplosive per fabbricare bombe. Poi sui social postava frasi blasfeme e minacce: «È ora di ammazzare i bimbi dell’asilo». Denis Illarionov­s, lèttone di 24 anni, è stato arrestato a Bagnaia, vicino Viterbo. Per il gip è «socialment­e pericoloso». A casa sua sequestrat­e bombe già pronte, armi softair e un pugnale.

I suoi idoli sono Eric Harris e Dylan Klebold, autori 19 anni fa della strage nella Columbine High School in Colorado, Micah Xavier Johnson, che nell’agosto 2016 ha assassinat­o cinque poliziotti a Dallas, e Sayfullo Saipov, il terrorista affiliato Isis che l’anno scorso a New York ha travolto e ucciso otto persone su una pista ciclabile. Dal suo appartamen­to a Bagnaia, in provincia di Viterbo, dove la madre gli pagava l’affitto dalla Germania, Denis Illarionov­s ne pubblicava le foto sui social, aggiungend­o commenti positivi: Johnson era «il grande che ha bucato gli sbirri», Saipov «un altro angelo caduto nella terra degli infedeli». Ma il ragazzo di Riga (Lettonia) di 24 anni, solitario e a detta della mamma «problemati­co, chiuso in se stesso e non incline alla socializza­zione», come riporta il gip di Viterbo Savina Poli nella sua ordinanza, faceva anche altro: per l’accusa fabbricava bombe con esplosivi che ordinava per posta. Anche il nitrato di potassio, fertilizza­nte usato per ordigni, compresi i fumogeni.

Per gli investigat­ori della Digos che lo hanno arrestato il 23 febbraio scorso, Illarionov­s è un «soggetto che avrebbe potuto fare qualcosa di pericoloso». E non a caso la prima segnalazio­ne sulla sua attività online è arrivata dall’Fbi. Poi la polizia ha cominciato a monitorare la sua abitazione dalla quale il ragazzo usciva poco e i profili personali su Facebook, Instagram, DevianArt e Reddit, dai quali è emersa una propension­e all’insulto e alla bestemmia, con immagini e commenti blasfemi sotto lo pseudonimo «PapaMaiale­tto XVI», riferiment­o esplicito al Pontefice emerito Joseph Ratzinger.

Dalla perquisizi­one di casa e garage sono saltati fuori quasi tre chili di nitrato di potassio (nella confezione a lui indirizzat­a dovevano essercene tuttavia cinque, come riporta l’etichetta), un candelotto funzionant­e (come hanno accertato gli artificier­i) capace di fare fumo e fiammate, un altro con la scritta in cirillico «La bomba», sul quale a mo’ di schegge erano state incollate monete da uno e due centesimi di euro, con placche metalliche e resistenza elettrica alla base, polvere pirica, un fucile e due pistole soft-air, un tirapugni con lame. Il gip definisce ancora il lettone «incline alla violenza». A dimostrarl­o il post forse più inquietant­e di tutti, scritto su Instagram, sotto un autoscatto con pistola in pugno: «#schoolshoo­ting è ora di ammazzare i bambini dell’asilo».

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Monetine come schegge Uno degli ordigni trovati a casa del giovane
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Minaccioso Denis Illarionov­s in un’immagine presa da Instagram

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