I giudici: riserva sul concordato
Parere al Fallimentare. Il «nodo» creditori
Il parere positivo dei magistrati è rinviato. Prima Atac dovrà riformulare alcuni aspetti del concordato, come i crediti al Comune e la stima sugli immobili. Ora la giudice Odello fisserà un’udienza per le modifiche.
Troppi dubbi per meritare la promozione. Così come è formulato il concordato Atac presenta ambiguità e solleva contraddizioni.
Secondo i magistrati Rodolfo Sabelli e Stefano Fava il piano va rielaborato in alcuni punti. L’indispensabile parere positivo sul documento, dicono da piazzale Clodio, è rinviato a quando saranno apportate le necessarie modifiche. Meritevole per alcuni profili — tipo i risparmi garantiti sul fronte della gestione delle risorse umane — il piano è invece poco chiaro sotto altri, come quello del pagamento del debito con il Campidoglio. Quattrocentonovantaquattro milioni di euro che Atac si propone di liquidare in via privilegiata al Comune, con un criterio che i magistrati non sono disposti ad accordare.
Altri dubbi riguardano la stima del valore del patrimonio immobiliare, espressa da alcuni esperti: «Si considerino — è scritto nell’introduzione al concordato — gli ingenti valori contabili corrispondenti a terreni e fabbricati strumentali (oltre che ai mezzi e ai treni) con i quali l’azienda esercita l’attività principale». Solo che quel patrimonio al quale è stato attribuito un valore attorno ai cento milioni di euro sarebbe sottostimato. Occorre dunque fare qualche precisazione. Proprio come è necessario modificare la parte che riguarda il pagamento dei crediti nei confronti della controllante.
Sarà ora il giudice delegato Lucia Odello a fissare un’udienza per conoscere le intenzioni dell’azienda dei trasporti alla luce delle prescrizioni suggerite dall’ufficio del pubblico ministero. Nell’introduzione al concordato, curato da Carlo Felice Giampaolino, sono indicate le scelte che l’azienda dovrebbe intraprendere nei prossimi anni. L’impegno è quello di garantire investimenti nel proprio settore, rinnovando la flotta (fra le più vecchie d’Europa) e incrementando quantitativamente «l’offerta chilometrica». Quest’ultimo è un punto essenziale: «L’incremento della produzione chilometrica, rientrante nei pilastri del piano è in grado di generare un significativo aumento dei ricavi da contratto di servizio», si legge nella proposta di concordato. Soldi di cui Atac ha grande necessità ovviamente. Non solo per via del suo miliardo e 300 milioni di debito, ma anche per compensare alcune perdite. Esempi? Da maggio 2019 volgerà al termine la concessione con le ferrovie per alcune tratte come la Roma-Lido, la Roma-Viterbo e la Roma-Giardinetti) dove il contratto di servizio scadrà.
Altra grande scommessa è quella sulla gestione del personale. Proprio ieri la Commissione di garanzia sugli scioperi ha incassato un parere positivo del Tar del Lazio sulla delibera di regolamentazione del diritto all’astensione dal lavoro. Respinti gli argomenti dei sindacati Filt-Cgil Roma e Lazio, Usb- Lavoro Privato, Sul-Ct e Orsa Tpl: in caso di sciopero dovranno essere garantite alcune prestazioni indispensabili.