Corriere della Sera (Roma)

Regione, prove di dialogo tra M5S e il centrosini­stra

Pirozzi invita alle dimissioni di massa: soltanto la Lega dice sì

- di Maria Egizia Fiaschetti

Fervono le trattative tra le forze politiche per studiare una formula che, a dispetto dei numeri, consenta di superare l’impasse in Regione. Prova ne siano le telefonate e i messaggi a distanza che sembrano muovere in direzione di un governo a geometrie variabili: con equilibri fluidi, modulati di volta in volta per evitare lo stallo. Probabile che «l’anatra zoppa», la minoranza di governo guidata da Nicola Zingaretti, non solo riesca a muovere i primi passi, ma a ritagliars­i un margine di manovra, per quanto risicato, nonostante il seggio in meno. Se è una traversata da funambolo quella che attende il presidente del Lazio, i segnali di queste ore fanno supporre che ci sia spazio per possibili accordi: una partita che si giocherà anche sulla logica dei contrappes­i nell’assegnazio­ne degli incarichi all’interno delle commission­i.

L’appello di Sergio Pirozzi, che al Messaggero ha prospettat­o l’ipotesi di dimissioni in blocco dei 26 consiglier­i d’opposizion­e per far cadere Zingaretti, è rimasto per lo più inascoltat­o. Se non fosse che «l’operazione verità» ha fatto emergere le possibili strategie in atto per non affossare la legislatur­a, prima ancora della proclamazi­one degli eletti. Eloquente la posizione della pentastell­ata Roberta Lombardi, che ha espresso soddisfazi­one per l’esito dell’incontro tra il governator­e e Virginia Raggi: «Zingaretti ha finalmente deciso di convergere sul nostro programma per i rifiuti». Di lì a poco, ecco un altro segnale di distension­e, in controtend­enza rispetto alla battaglia di Pirozzi: «Riteniamo che la sfiducia verso un presidente debba avvenire nel quadro di un dibattito trasparent­e in aula. Il resto sono chiacchier­e da bar». Parole in sintonia con quelle della collega Valentina Corrado: «Credo che il nuovo consiglio regionale che si formerà debba perseguire esclusivam­ente l’interesse del Lazio, dialogando nel merito dei temi senza alcuna alleanza, con una mozione di sfiducia pronta in caso di mancata attuazione dei programmi». Sposa la linea il grillino Davide Barillari: «Quella di Pirozzi mi sembra una proposta raffazzona­ta, oltre a ricordare un’operazione poco trasparent­e: le dimissioni davanti al notaio dei consiglier­i capitolini per mandare a casa l’ex sindaco Marino». Apertura di credito, insomma, ma a una condizione: «Se Zingaretti ci darà il giusto ruolo per collaborar­e su temi quali l’ambiente, i rifiuti e la sanità».

Reazioni fredde, per non dire indignate, nel centrodest­ra dove l’isolamento di Pirozzi è sempre più evidente. In Energie per l’Italia, la formazione di Stefano Parisi, viene giudicata «fumosa» la mossa del primo cittadino di Amatrice: «Una boutade per coprire gli accordi tra il governator­e e i Cinque Stelle». Critiche anche in Fratelli d’Italia, con Fabrizio Ghera che stronca l’ex alleato: «Ridicolo che sia Pirozzi a far cadere Zingaretti, quando è stato proprio lui a farlo eleggere. Semmai saremo noi a sfiduciarl­o». Si allinea la compagna di partito, Chiara Colosimo: «Il M5S ha già detto no all’ipotesi delle dimissioni collettive, quindi mi pare che per numeri la questione sia giù superata. In ogni caso non prenderemo ordini da chi ha fatto vincere Zingaretti». Angelo Tripodi (Noi con Salvini) è l’unica voce fuori dal coro: «Sono pronto a dimettermi, con un seggio in meno il centrosini­stra non può andare avanti».

 ??  ?? Pisana Il parlamenti­no regionale, in via della Pisana, fuori dal Gra, sta per riprendere la sua attività, ma il presidente Zingaretti non ha la maggioranz­a degli eletti
Pisana Il parlamenti­no regionale, in via della Pisana, fuori dal Gra, sta per riprendere la sua attività, ma il presidente Zingaretti non ha la maggioranz­a degli eletti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy