JonOne, l’artista che amava dipingere i treni
Dai muri malfamati di Harlem alle gallerie più prestigiose del mondo, da «imbrattatore» metropolitano ad artista newyorkese trapiantato a Parigi e insignito della Legion d’onore dalla Repubblica francese. A quasi quarant’anni dalla comparsa dei suoi primi graffiti in metropolitana, JonOne arriva finalmente a Palazzo Velli (piazza di S. Egidio 10) per la prima personale mai realizzata a Roma, curata da Giuseppe Pizzuto per Wunderkammern.
S’intitola Niente può fermarmi e apre i battenti domani con venti opere inedite di grande formato realizzate appositamente per l’occasione. In mostra un concentrato della sua poetica del colore, l’inconfondibile calligrafia e la dinamicità della materia pittorica che lo hanno in fretta traghettato nell’Olimpo dell’arte contemporanea, corteggiato dai grandi marchi di moda e business (da Lacoste e Guerlain ad Air France, per la quale ha decorato un Boeing 777).
«Non ho ricevuto alcuna educazione artistica – ha raccontato JonOne – e all’epoca in cui taggavo i treni a New York non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei espresso su tela, conquistando un posto nelle gallerie d’arte». Per lui d’altronde, come dichiarò agli inizi della carriera nel 1980, «i treni della metro sono musei che corrono attraverso la città». Invece la decisione di trasferirsi a Parigi, trent’anni fa su invito del collega Bando, segnò una svolta definitiva nella sua carriera. In un centro sociale occupato nel diciottesimo arrondissement iniziò a sperimentare le sue linee e tag su tela, e il mondo non sotterraneo dell’arte si accorse di lui. Fino a registrare l’asta record di 24.800 euro per una sua opera del 1993, la più alta mai battuta in Francia per un graffito.
A Palazzo Velli, fino al 14 aprile, dimostra che il successo non ha spento il suo tratto rivoluzionario (www.wunderkammern.net).