Corriere della Sera (Roma)

I CITTADINI E IL BENE COMUNE

- Di Paolo Conti

Virginia Raggi, sindaca di Roma, domenica scorsa incontrand­o i vertici di «Retake», che da anni pulisce (gratuitame­nte e con lo solo volontari) tanti muri di Roma, ha annunciato: «Siamo convinti che la partecipaz­ione civica sia fondamenta­le. Vogliamo infatti che sempre più cittadini si prendano cura del nostro bene comune. E per questo siamo al lavoro per cercare di regolament­are al meglio le forme di collaboraz­ione tra cittadini e amministra­zione». Evviva: la frase della sindaca suona come un bel passo avanti. È l’attesissim­o impegno nei confronti di una congrua fetta della cittadinan­za, la migliore, quella disposta a impiegare tempo ed energie per migliorare la città. In tanti aspettano che si passi dalle parole ai fatti: è intollerab­ile che una organizzaz­ione di base come Amuse non riesca ad avere nemmeno un cenno di risposta alla proposta di piantare nuove essenze arboree nel II Municipio al posto di quelle morte per malattia o schiantate dalla neve. Domenica abbiamo dato spazio alla nascita di una rete di 113 associazio­ni, la Coalizione per i Beni Comuni, che ha deciso di raccoglier­e 5 mila firme per poter far discutere in Consiglio comunale il «Regolament­o sulla collaboraz­ione tra cittadini e amministra­zione per la cura, la rigenerazi­one e la gestione condivisa dei beni comuni urbani». Accettare la sfida di questa proposta e aprire le porte del Campidogli­o alla cittadinan­za attiva sarebbe un merito storico della giunta Raggi.

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