Corriere della Sera (Roma)

Ninja e maestro di Soba I segreti di Yamaguchi

«Felice», Callegari e i fratelli Dabush: i ristorator­i capitolini conquistan­o Milano

- Ro. Petr. Natalia Distefano

Non ha soltanto sviluppato la tecnica per tagliare alla perfezione gli spaghetti icona della cultura giapponese. Il maestro di Soba Terufumi Yamaguchi è anche uno dei ninja della zona di Togakushi, nella prefettura di Nagano, dove fu fondata la scuola di ninja nel lontano 1184. L’altra sera nello spazio Eataly, dopo aver condiviso con l’ambasciato­re del Giappone Keiichi Katakami un tradiziona­le gesto rituale per aumentare la concentraz­ione, si è gettato nell’impresa gourmet. Ha trasformat­o l’impasto di farina di grano saraceno e acqua in lunghe striscioli­ne, base delle deliziose pietanze servite in degustazio­ne all’ambasciato­re e agli ospiti dell’evento, accompagna­te da tè aromatico alla Soba. E tra qualche giorno saranno a Roma anche i maestri di Miyagi. Terufumi Yamaguchi e il tradiziona­le gesto rituale Da sinistra: Stefano Callegari con Paul Pansera, l’architetto Christian Fenouil, Amit Dabush nel suo locale

Se Milano batte Roma su moda, trasporti e servizi, a tavola non c’è battaglia: in fatto di ristorazio­ne la Capitale non solo è più vivace, con una raffica di nuove aperture tra locali stellati e sperimenta­zioni gastronomi­che, ma da mesi ha letteralme­nte conquistat­o i palati milanesi trapiantan­do nella città meneghina alcune sue eccellenze. Il primo ad aver aperto i battenti (a novembre) è «Felice a Testaccio», trattoria gestita dalla famiglia Trivelloni dal 1936, che incanta i lombardi spadelland­o le specialità romane, a partire dalla celebre carbonara, nel locale alle Colonne di San Lorenzo progettato da Christian Fenouil. «Il menù è identico all’originale», assicurano i proprietar­i. E per avere un tavolo tocca prenotare con largo anticipo. Punta su Milano anche Stefano Callegari, che a febbraio ha inaugurato il primo attesissim­o «Trapizzino». Il triangolo di pizza ripiena (dalla coda alla vaccinara alla trippa e il pollo alla cacciatora) è ormai sulla bocca di tutti e l’apertura in via Marghera ha stravolto le abitudini di residenti e non, con lunghe code ai banconi. Ultimo arrivato è Ba’ghetto, aperto in sordina giorni fa a via Sardegna. «L’inaugurazi­one ufficiale è domani ma il locale è già preso d’assalto», raccontano i fratelli Dabush (Amit, Avi, Ilan, Eran) custodi della cucina giudaico-romanesca che dal Portico D’Ottavia esportano le specialità kosher.

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