Via Fani, la verità nei video
La scritta «B.R.» lasciata sul monumento appena inaugurato. Giallo al Laurentino, scoperta una bomba
Ancora sfregi sulla lapide che ricorda la strage di via Fani di 40 anni fa. Un teppista ha tracciato la scritta «B.R.» sul nuovo monumento. Forse è stato ripreso dalla videosorveglianza. Giallo al Laurentino: scoperta una bomba in strada.
Il precedente Si indaga su eventuali collegamenti con la scritta di un mese fa con una svastica
La vernice spray rossa era ancora fresca, la bomboletta ancora per terra. Segno che il misterioso deturpatore era passato da poco per lasciare la sua scritta: «B.R.», sulla lapide appena restaurata che in via Fani ricorda l’eccidio della scorta di Aldo Moro e il rapimento dello statista democristiano il 16 marzo di 40 anni fa. Un mese dopo l’ultimo sfregio - un’altra scritta, nera, «A morte le guardie», con una svastica tracciata al contrario -, la stele è stata presa di mira di nuovo. Solo che questa volta a riprendere il vandalo, che ha agito a notte fonda sicuro che nessuno lo avrebbe scoperto, sarebbe stata la telecamera di sicurezza gestita dal Comune puntata proprio sul monumento e installata prima della recente inaugurazione della stele. Immagini che sarebbero state acquisite dai carabinieri che indagano sul gesto. Non si escludono collegamenti con la scritta precedente, anche se di segno evidentemente opposto. Errori nella prima, e aspetti singolari nella seconda. A colpire è il fatto che le iniziali delle Brigate Rosse siano seguite da un punto: nei volantini delle nuove Bierre, almeno in quelli ritenuti originali, compaiono poche volte, l’ultima nel 2008 a La Spezia. Aspetti anche questi che non vengono sottovalutati.
A scoprire la scritta è stata una pattuglia dei carabinieri che passava per via Fani. Erano le 2.30 di mercoledì notte. I tecnici della Squadra rilievi del Nucleo investigativo di via In Selci hanno repertato alcuni frammenti secchi di vernice che potrebbero condurre al fornitore del prodotto spray, tanto più che è stata anche recuperata la bomboletta sulla quale potrebbero esserci le impronte del writer. Ma è solo l’inizio delle indagini. Non è esclusa una perizia calligrafica per scoprire se i tratti lasciati sulla lapide siano compatibili fra loro, ovvero se a deturpare il movimento sia stata la stessa persona oppure se ci sia altro dietro i due atti di vandalismo in poche settimane. Nel pomeriggio il Comune ha provveduto a cancellare le iniziali degli assassini di Moro e della sua scorta con un getto d’acqua ad alta pressione.
Sequestrato invece dalla polizia l’ordigno rudimentale ritrovato ieri mattina in via Laurentina, all’altezza del nuovo cimitero, nei pressi di un chiosco di fiori. È stato il proprietario ha chiamare gli agenti dopo aver notato una busta gialla per spedizioni, del tipo imbottito. Senza mittente. Era sospetta. Gli artificieri della Questura l’hanno aperta scoprendo che conteneva alcuni raudi esplosivi legati insieme, con chiodi e una batteria. Per gli investigatori la composizione non poteva esplodere da sola. La strada è rimasta chiusa per più di un’ora. Si indaga a tutto campo per capire a chi fosse destinato un ordigno che comunque avrebbe potuto fare male.