Quelle care, vecchie lire I soldi d’Italia in mostra
Vittoriano, dalle prime emissioni all’euro
Cara, vecchia, lira. La moneta con cui siamo stati abituati a pagare fino agli anni Duemila adesso è in mostra al Museo Centrale del Risorgimento, al Complesso del Vittoriano. Qui, all’ultimo piano, da oggi e fino al 10 giugno, tra saloni e ampi corridoi, sarà possibile ripercorrerne tutta la storia.
«Gli anni della Lira», questo il titolo, curata da Silvana Balbi De Caro e promossa da Editalia, inizia con le prime emissioni nel periodo precedente l’Unità d’Italia fino all’uscita di scena con l’arrivo degli euro nel marzo del 2002. Attraverso l’esposizione di pezzi provenienti dal Medagliere del Museo nazionale Romano e dal Museo della Zecca, oltre che dalle collezioni della Banca d’Italia e di quella privata di Luca Einaudi, è possibile per i visitatori non solo rivedere monete e banconote che perfino i trentenni (non i millennials) avranno avuto fra le mani, anche pezzi rari, spesso chiusi in magazzini inaccessibili.
In contemporanea sarà possibile approfondire gli avvenimenti e il contesto storico che hanno caratterizzato la nascita delle diverse emissioni. Non solo quindi si andrà alla riscoperta delle cento o duecento lire, e degli antichi centesimi, ma si potranno vedere sotto un’angolazione particolare anche duecento anni di storia e di costume della nostra nazione: dalle monete più antiche in oro e in argento, a quelle di carta, alle piccole coniate in lega metallica che hanno caratterizzato gli ultimi anni del Novecento.
Monete che nelle immagini incise portano i segni di passati regimi, spesso disegnate da artisti noti, soprattutto tra il 1946 ed il 1977. Il percorso, in otto vetrine, parte dalle campagne napoleoniche in Italia fino alle soglie del terzo millennio e si conclude con le straordinarie (e per pochi) 500 mila lire del 1997. Vi è anche la proiezione di video-didascalie per approfondire la lettura delle monete stesse e raccontare il loro inserimento nel momento storico. La mostra non prevede ticket aggiuntivo rispetto ai 5 euro per il Museo del Risorgimento.