Atac, «unità di crisi» in Comune
Dopo i rilievi del tribunale il Piano va corretto. I sindacati ora hanno paura: rischiamo il baratro
La sindaca Raggi chiama a rapporto i vertici dell’azienda e i consulenti pagati 12 milioni
Dopo che il Tribunale fallimentare ha definito «inidoneo» il piano di salvataggio dell’Atac, scoppia il caos in Campidoglio: la sindaca Raggi crea una «unità di crisi» e chiama a rapporto i vertici dell’azienda. Il piano va modificato entro il 30 maggio. Critiche dei consiglieri M5S all’ad Simioni: «La politica ha fatto quello che doveva, la responsabilità è tutta di Atac».
Prima l’ira sui consulenti Atac da 12 milioni di euro, poi la convocazione del vertice in una sorta di unità di crisi sul concordato preventivo. La frenata del tribunale sulla procedura e il termine (stretto) di 70 giorni per rispondere ai numerosi rilievi mossi dai giudici per evitare il crac della municipalizzata, hanno scatenato il caos in Campidoglio. Lunedì o martedì a palazzo Senatorio la parte politica cioè la sindaca Raggi, l’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti e l’assessora ai Trasporti Linda Meleo - incontrerà i vertici di Atac, Paolo Simioni, e i consulenti che hanno lavorato sul salvataggio dell’azienda: il 30 maggio è fissata l’udienza sul piano di concordato di Atac che, però, i giudici, al momento, giudicano «non idoneo». Colpa delle «perizie sballate», degli «immobili stimati al ribasso» e della mancanza di un piano alternativo che contempli l’insuccesso della procedura, elemento che ha indispettito non poco i giudici chiamati ad esprimersi.
Una serie di «buchi» che ha innescato già dalla tarda serata di giovedì un confronto duro tra il Campidoglio e i consulenti che pesano oltre 12 milioni di euro sulle casse della partecipata dei trasporti: Marco Costantini, il commercialista «attestatore» del concordato, la Reag - Real Estate Advisory Group srl che ha fatto la stima degli immobili, e l’avvocato Carlo Felice Giampaolino, superconsulente che, quindi, dovrà correggere e integrare il piano in tempi brevi per evitare che l’azienda precipiti nel default.
«Noi come parte politica abbiamo fatto quello che dovevamo, ora la responsabilità è tutta di Atac», dicono alcuni consiglieri M5S in Campidoglio. Altri grillini, invece, minimizzano negando l’esistenza di una frenata da parte del tribunale, è il caso di Pietro Calabrese che posta su fb le news etichettandola come fake. Mentre le opposizioni si scatenano. Il Pd ha chiesto l’audizione in commissione dell’assessora Meleo e dell’ad di Atac Simioni e la convocazione di un’Assemblea straordinaria: «Le incognite sul piano riguardano il rilancio degli investimenti, il risanamento, le modalità di copertura e le perizie - dicono dal gruppo dem -. Un documento da riscrivere, che pesa sulle casse dell’azienda quasi 13 milioni. Chiediamo l’accesso a documentazione e di calendarizzare in via d’urgenza una seduta dell’Aula». «La giunta Raggi non può continuare così su Atac, l’azienda è troppo importante per la città», dice Stefano Fassina di SI. E anche FdI punta il dito contro la giunta M5S: «Abbiamo denunciato fin dall’inizio che il concordato era un salto nel buio - le parole di Fabrizio Ghera e Andrea De Priamo -. Il risanamento del sindaco e dalla sua armata Brancaleone è inadeguato. La situazione è preoccupante». E, almeno su questo, sono d’accordo in molti.
Vertice Lunedì o martedì incontro tra politica (Meleo, Lemmetti) l’ad e i tecnici
Il Pd
«Sia riunita l’Aula, Simioni venga a spiegare» Lo punge pure M5S