CENTRO, UN GIORNO PERFETTO
La «green zone», cioè la chiusura del centro storico, sarà attiva fino alle tredici di oggi. Così il cuore della città si fa silenzioso, pulito, senza carico e scarico merci, quasi privo di auto e motorini...
Niente sacchetti di spazzatura abbandonati in giro, e nemmeno cumuli di cartoni o di bottiglie vuote, o raccolte di rifiuti umidi rapinati dai gabbiani. Nessuna orchestrina assordante in circolazione, di quelle che ti impediscono di parlare con chi ti sta vicino se fai due passi (segnaliamo quella onnipresente al Pantheon). Camioncini impegnati in carico e scarico merci in mezzo alla strada e a metà mattinata, senza che nessun vigile stacchi una multa? Nemmeno uno. Venditori abusivi con banchetti improvvisati o con la merce sui teloni? Spariti. Era l’immagine del centro ieri, e lo sarà anche oggi fino alle 13. Roba che non si è vista nemmeno ai tempi di «Vacanze Romane», diretto da William Wyler nel lontano 1953. Un improvviso mega-piano Marshall della giunta Raggi? Magari. È solo l’effetto dell’inaugurazione del nuovo Parlamento, del primo giorno sui banchi parlamentari di una legione di esordienti. Per ragioni di sicurezza, il centro è stato racchiuso in una «zona verde» ripulita come un cristallo. Il cuore di Roma ieri letteralmente brillava, complice anche una giornata gelida ma illuminata da un sole quasi nordico. I nuovi deputati e senatori avranno pensato che noi romani esageriamo quando parliamo di una città sull’orlo del collasso. Ma basterà far passare qualche giorno, lasciar riprendere al centro storico il solito devastante ritmo quotidiano, per farli amaramente ricredere: scopriranno la dura realtà.
Ci vogliono eventi straordinari (inaugurazioni di Giubileo, visite di qualche Capo di Stato, un nuovo Parlamento che apre) per rivedere il cuore di Roma così come dovrebbe essere ogni giorno. Riemerge intatta la citatissima Grande Bellezza, circondata da un senso di impotenza: ovvero l’impossibilità di conservarla così per noi romani, nella normalità quotidiana. Ed è difficile stabilire se sia peggio scoprire come un’emergenza riesca a togliere a Roma la perenne ombra di orrore che le oscura l’anima o ammettere che, finita l’unica replica dello show, sia quasi automatico riaprire le porte al degrado, al rumore, al menefreghismo verso qualsiasi regola. Da oggi alle 13, ci penseremo. Purtroppo.