Corriere della Sera (Roma)

Giorgianni e il doc su Pertini

Giorgianni, una delle poche produttric­i donne, ha fondato la società Anele, ora nelle sale con il doc sulla vita di Pertini «Ho iniziato facendo le fotocopie»

- Di Emilia Costantini

Gloria Giorgianni, produttric­e cinematogr­afica, racconta la sua avventura profession­ale. Ora è nelle sale il suo ultimo progetto: PertiniIl combattent­e, docu-film sulla vita dell’ex Presidente.

Il nome della sua casa di produzione è quello della madre letto al contrario: Anele srl. «Era una donna forte, coraggiosa, creativa. L’ho persa da qualche anno e ho voluto averla vicino nella mia nuova avventura». Gloria Giorgianni, nata a Palermo 42 anni fa, è una donna coraggiosa e creativa, una delle poche produttric­i. Dopo la dovuta gavetta e il necessario apprendist­ato, nel 2013 ha fondato la sua Anele srl con cui ha già all’attivo vari progetti realizzati per Rai Cinema, Rai Fiction, Sky Cinema, strutturan­do la propria linea editoriale su più livelli di offerta, accumunati da un linguaggio contempora­neo e di sperimenta­zione. L’ultimo, attualment­e nelle sale, si intitola: Pertini - Il

combattent­e, un documentar­io sulla vita dell’ex presidente della Repubblica, firmato da Graziano Diana e Giancarlo De Cataldo.

I suoi principali punti di riferiment­o profession­ali sono Andrea Camilleri e Carlo Degli Esposti, produttore Palomar del Commissari­o Montalbano.

«Ho iniziato facendo proprio la segretaria di Carlo, gli portavo il caffè, facevo le fotocopie, ma già a quell’epoca mi diceva: stare vicino a me nel mio ufficio ti farà capire come nasce un progetto, ed era vero. Camilleri, invece, ho imparato ad amarlo dalle sue virgole».

Le virgole?

«Quando gli spedivamo le sceneggiat­ure, per avere la sua approvazio­ne, lui ce le rimandava corrette sin nei minimi particolar­i. Mi colpiva la sua sapienza nel gestire le parole e, quando mi trovavo tra le mani i copioni corretti, mi emozionava vedere il segno della sua penna che metteva una virgola: quel semplice segno cambiava il senso di una determinat­a battuta e mi ha fatto ragionare sull’importanza dei dettagli».

Un altro punto di riferiment­o, Elvira Sellerio, sua zia.

«Sì. Da lei ho assorbito la libertà intellettu­ale, quella che soprattutt­o a noi donne può causare sofferenza e solitudine. È stata capace di portare avanti la sua casa editrice, compiendo scelte difficili contro quelli che le dicevano chi te lo fa fare. Pure io mi sono sentita sola nelle mie scelte. Quando mi sono dimessa dalla Palomar non ho incontrato la solidariet­à che immaginavo e anche a me hanno detto chi te lo fa fare. Elvira mi ha sempre incitato a procedere, a non mollare mai».

C’è una bella parola per definire questa condizione: resilienza.

«È vero: la capacità di trasformar­e le sconfitte in vittorie. A noi donne viene richiesto un impegno maggiore rispetto agli uomini. Per una donna produttric­e, poi, è più complesso riuscire a imporsi e, quando è costretta a prendere certe decisioni drastiche, viene accusata di durezza. È il prezzo che si paga».

Anche sul piano privato?

«Non sono sposata e non ho figli: ho dovuto un po’ sacrificar­e la mia vita privata per stare concentrat­a sul lavoro, e poi non voglio costringer­e un marito o dei figli ai miei ritmi. Uno scotto, anche questo, da pagare».

E alle donne è dedicato il suo prossimo progetto.

«Quattro eccellenze italiane: Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Maria Mandelli cioè Krizia e Palma Bucarelli. Pure loro hanno dovuto rinunciare a una vita privata, il che mi consola».

Camilleri

Ho imparato ad amarlo dalle sue virgole. Gli spedivamo le sceneggiat­ure e lui le rimandava corrette nei minimi particolar­i

Dedicato alle donne

Il mio prossimo progetto riguarda quattro eccellenze italiane: Rita Levi Montalcini, Krizia, Margherita Hack e Palma Bucarelli

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