Corriere della Sera (Roma)

I CONSULENTI E I DUBBI DELLE TOGHE

- Di Giuseppe Di Piazza

L’Atac sta attraverso forse le sue peggiori giornate. Da un lato i lavoratori che, nell’incertezza, proclamano raffiche di scioperi bizzarri. Dall’altro i giudici che, dopo aver letto le carte, fanno rilievi pesanti alla strategia di salvataggi­o che l’azienda ha intrapreso. Questa strategia, l’avrete letto, si chiama «concordato in continuità». In soldoni, ci si rivolge ai giudici con un piano credibile al fine di ottenere un semaforo verde all’esecuzione del salvataggi­o. Che cosa prevede il piano? Tagli dei debiti (cioè i creditori devono in gran parte dire sì a una sostanzios­a diminuizio­ne di quanto gli spetterebb­e), nuova politica industrial­e, dismission­i, cambio di passo. Per scrivere la montagna di carte a sostegno del piano, l’Atac, il cui azionista unico è il Campidogli­o, ha chiamato un gruppo di profession­isti di rilievo guidati dal professor Carlo Felice Giampaolin­o, 49 anni da compiere, ordinario di Diritto a Tor Vergata e ottimi riconoscim­enti in università americane. Un profession­ista al di sopra di ogni dubbio, scorrendon­e il curriculum. Ma qualche dubbio - non sul professore, ma sul lavoro dell’équipe - i magistrati fallimenta­ri di Roma che hanno esaminato il lavoro di Giampaolin­o & C. l’hanno invece sollevato: come mai gli immobili di proprietà Atac sono stimati così poco? Come mai tra le stime si sono dimenticat­i quella della sede principale di via Prenestina? Come mai non viene indicato un piano B in caso di rigetto del concordato?

Ecosì via, con un elenco mesto che costringe oggi i tecnici guidati da Giampaolin­o a un super lavoro per presentare il 30 maggio in tribunale qualcosa di accettabil­e. Un altro effetto del mesto elenco di rilievi mossi dai giudici sarebbe (ma questa è solo una voce) la perdita della calma da parte della nostra serafica sindaca Virginia Raggi. Non bastavano le buche. Non bastavano gli alberi che cadono sulle teste dei cittadini. Non bastavano la monnezza e i gabbiani... Ci voleva anche Giampaolin­o con il suo concordato. Si consoli, gentile sindaca, pensando che, alla fine, questo gruppo di consulenti costeranno al massimo 12 milioni di euro. Che vuole che siano?

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