Corriere della Sera (Roma)

Atac, respinto il ricorso contro Roma Tpl Altra stangata da 47 milioni, fornitori in crisi

La sindaca convoca i vertici dell’azienda dopo i rilievi dei magistrati sul concordato

- Andrea Arzilli

Da parte del Campidogli­o 80 mila euro e altri 40 mila da Atac per «lite temeraria» da versare in favore di Roma Tpl. Il lodo è quello omonimo che, la scorsa estate, ha portato negli uffici di via Prenestina un decreto ingiuntivo da circa 47 milioni di euro e che, in autunno, ha messo le ganasce sui conti correnti della municipali­zzata dei trasporti di Roma Capitale.

Contro il blocco dei conti, Campidogli­o e Atac, che già aveva problemi con i fornitori a causa della scarsa liquidità, avevano fatto opposizion­e presso la Corte d’Appello di Roma. Oltre a confermare i 47 milioni del decreto, il rigetto di quel ricorso, depositato lo scorso 14 marzo, ha condannato il Comune a pagare 80 mila euro per le spese - a cui vanno sommate le parcelle degli avvocati - e Atac a versare 40 mila euro a Roma Tpl come risarcimen­to per «lite temeraria». Cioè, secondo i giudici l’azienda si è spinta consapevol­mente in una causa già persa. Forse solo per prendere tempo (e vedere sospeso il blocco dei conti correnti) in attesa della pronuncia del Tribunale di Roma sulla procedura di concordato preventivo, iter che nelle ultime ore ha subito una brusca frenata per i pesanti rilievi (cui porre rimedio entro il 30 maggio) mossi dai giudici fallimenta­ri sul piano di risanament­o.

Roma Tpl ha già pronto un esposto da inviare alla Corte dei Conti, il che potrebbe andare ad allargare il maxi buco (1,3 miliardi di euro) della partecipat­a dei trasporti di Roma Capitale che - tra bocciatura dei giudici al piano, creditori sul piede di guerra e fornitori sempre più in difficoltà - non riesce a mettere il naso fuori dalla bufera.

Anche di questo si parlerà nel summit previsto per domani o martedì in Campidogli­o tra i vertici di Atac e quelli del Campidogli­o: la sindaca Virginia Raggi e gli assessori competenti vogliono capire. I decreti ingiuntivi di Trenitalia e della Regione (rispettiva­mente 90 e 62 milioni di euro) sono da tempo arrivati in via Prenestina, i 47 milioni per Roma Tpl sono ormai dovuti e adesso, in caso di mancato saldo, si provvederà a captare i soldi direttamen­te sui conti correnti andando probabilme­nte a seccare le risorse per l’ordinaria amministra­zione. Così da mandare i fornitori definitiva­mente in crisi: è di qualche settimana fa la notizia del licenziame­nto di 140 lavoratori della Corpa - azienda che faceva manutenzio­ne e forniva assistenza ai mezzi -. In generale, però, è tutto l’indotto dei fornitori ad attendere l’esito della richiesta di concordato con la prospettiv­a o di non vedere un euro in caso di risposta negativa dei giudici e quindi di fallimento dell’azienda, oppure, in caso di esito positivo alla procedura, di riavere una parte della somma dovuta tra non meno di venti anni. «Una situazione massacrant­e, uno scenario sconfortan­te: azzerament­o per imprese con 30 anni di storia», dicono le imprese che vantano crediti milionari. I prossimi due mesi saranno decisivi per la partita del concordato, con i giudici che hanno silurato il piano di risanament­o giudicando­lo «inidoneo», mentre l’Anac indaga sulla legittimit­à della colonna portante della procedura: la proroga fino al 2021 del contratto in house, approvata lo scorso 17 gennaio dall’Assemblea capitolina. «C’è un’attività istruttori­a in corso», conferma l’Anticorruz­ione che nelle scorse settimane ha ricevuto in audizione l’ad di Atac, Paolo Simioni, e gli assessori di Roma Capitale Linda Meleo, alla Mobilità, e Gianni Lemmetti, titolare del Bilancio.

Costi aggiuntivi

Il Comune dovrà sborsare 80 mila euro di spese processual­i

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Un autobus dell’Atac a piazza Venezia, davanti all’Altare della Patria

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