LE OPERE E I SOGNI (PERDUTI)
C’era una volta un assessore che l’aveva pensata bella: chiudere il carcere di Regina Coeli, trasferendo i detenuti altrove per dare nuova funzione all’enorme e particolarissimo edificio di via della Lungara. La prigione sarebbe dovuta diventare parecchie cose: una residenza per artisti e studenti di Belle Arti, un centro culturale polivalente, un museo della città contemporanea e via dicendo. Diverso tempo fa un sindaco aveva annunciato come quasi fatta la trasformazione del palazzo dell’Anagrafe in via dei Cerchi, presso il Circo Massimo, in un Museo dello Sport: una fantasiosa bugia per perorare la causa di Roma candidata olimpica 2004. Era l’epoca in cui un altro assessore parlava del Gazometro dell’Ostiense come di un nuovo landmark cittadino, una volta trasformato in una struttura per il tempo libero: «una Tour Eiffel» illuminata come quella vera ma con vista sui Sette Colli. Immaginifici programmi mai realizzati, come il restauro della Casa della Scherma di Moretti, colpita a morte al Foro Italico. E le tante caserme con nuove funzioni? Solo il Maxxi è riuscito a farcela, per il resto uno spreco di parole. L’ospedale San Giacomo, in pieno centro, resta da anni chiuso diventando un’immensa ragnatela. «La vita è un sogno e i sogni sono solo sogni»: i versi di Calderòn de la Barca sembrano fatti apposta per questa città, incapace di realizzare non solo le civiche fantasie ma anche progetti interessanti. Per di più da un po’ di tempo nemmeno si sogna, tutti presi dalle indomabili buche stradali.