Lazio, guarire dal mal d’Olimpico
In casa 24 punti su 14 partite, in trasferta invece 30 su 15 gare
Incredibile ma vero: l’Olimpico è il vero nemico della Lazio. In casa, in questa stagione, i biancocelesti hanno infatti ottenuto 24 punti su 14 gare (media 1,71), in trasferta invece i punti salgono a 30 in 15 partite (media 2).
L’avversario più pericoloso della Lazio, il vero nemico, è là sotto Monte Mario: lo stadio Olimpico. Un rivale infido, perché ti dovrebbe dare una mano: è la tua casa, il tuo rifugio. Invece ti tradisce. Lo racconta la storia di questa stagione bella e dura, con un finale ancora tutto da scrivere: la squadra di Inzaghi soffre proprio dove dovrebbe volare. In campionato, per esempio, ha giocato a Roma 14 partite e ha conquistato appena 24 punti: in media 1,71 a partita. Sono 6 le formazioni che in casa hanno un percorso migliore, compresa la Samp. In trasferta, invece, la Lazio vola: 30 punti in 15 gare, media di 2 a incontro.
Non finisce qui. In Coppa Italia la delusione è maturata all’Olimpico, a causa dello zero a zero contro il Milan e dei rigori fatali, proprio sotto la curva Nord: addio finale. E in Europa League, dopo avere rimontato la modesta Steaua finalmente a Roma, per superare gli ottavi è stata necessaria un’impresa a Kiev per rimediare al brutto pareggio dell’andata. In casa.
Nemico Olimpico, già. Ma perché? C’è una ragione tattica, indiscutibilmente: la Lazio soffre contro le squadre che si chiudono, fatica a trovare varchi, soprattutto da quando la forma dei suoi uomini più efficaci in fase offensiva (in particolare Luis Alberto e Immobile) ha avuto un calo. Nel momento in cui si allontana da Roma, e anche le avversarie meno forti provano a fare la partita, i biancocelesti sanno sfruttare gli spazi e colpiscono con maggiore facilità. Ma i motivi di questo rendimento illogico sono da ricercare anche nel pubblico. L’Olimpico è spesso semivuoto, soltanto la curva Nord segue e accompagna con entusiasmo e partecipazione la Lazio, è l’unico settore sempre gremito. Il resto dello stadio è desolante: non dà la carica, semmai spegne l’euforia osservare gli spalti deserti.
Anche perché la stagione della squadra di Inzaghi non è stata buona ma eccellente e anche il gioco mostrato è stato spesso gradevolissimo: fa quasi spavento pensare a ciò che sarebbe potuto accadere se il percorso dei biancocelesti fosse stato anonimo. I pochi biglietti venduti all’apertura dei botteghini per la partita con il Salisburgo – un quarto di finale di Europa League giocato appena una volta negli ultimi quindici anni – conferma la tendenza: li hanno acquistati appena diecimila tifosi.
Paradossalmente, va molto meglio in trasferta: là i sostenitori della Lazio – i soliti affezionatissimi – sono sempre presenti; sentirli accanto anche lontano da Roma spinge la squadra più di quanto non accada nell’Olimpico vuoto per due terzi.
Nelle coppe Eliminazione casalinga in semifinale col Milan, in Europa avanti grazie all’impresa a Kiev