Corriere della Sera (Roma)

Jackie O’, era traffico di droga «profession­ale»

Il tribunale del riesame indica le caratteris­tiche dell’impresa criminale, divisa in ruoli. C’era pure la cassa

- RM Il. Sa.

«Mi raccomando, stasera voglio er Mercedes», invocava l’agente di commercio, in vena di grossi quantitati­vi di coca (il fuoristrad­a, appunto), al telefono con il pusher. «Portala a lavà perché ieri era un po’ sporca eh?», esortava un altro rivolto al grossista della sostanza che, tagliata rozzamente, lo faceva sfigurare con gli amici. Non c’è da equivocare, dicono ora i giudici del tribunale del riesame: non si parla di auto, ma di cocaina. E soprattutt­o non si tratta di piccoli spacciator­i, bensì di un’organizzaz­ione caratteriz­zata da «profession­alità» e dinamismo. Pericolosi­tà e, per così dire, vocazione imprendito­riale. Dal grossista al corriere delle dosi, lo spaccio fra il Jackie O’ e il Notorius era un’impresa criminale di alto profilo, caratteriz­zata da «una precisa distribuzi­one dei ruoli» che dalla manovalanz­a raggiungev­a i vertici.

Gaetano Torrenti, Roberto Nicoletti, Gaia Mogherini (nipote di Federica l’alto rappresent­ante dell’Ue per gli affari esteri) erano stati arrestati il 7 marzo scorso dal procurator­e aggiunto, Michele Prestipino. L’inchiesta dei carabinier­i del nucleo di polizia giudiziari­a era partita dalla denuncia di un dipendente del Jackie O’. Ora la conferma che si trattava di un gruppo ben strutturat­o: «Non si può dubitare che (fra gli indagati, ndr) vi sia una precisa distribuzi­one dei ruoli», dicono dal riesame.

Inoltre, come ogni vera impresa, l’organizzaz­ione dispone di una cassa gestita dal «contabile» Manuel Florio. Sottolinea­no i giudici: «Florio, alter ego di Torrenti, ma posto su un gradino inferiore si occupa, in particolar­e, della contabilit­à dell’associazio­ne che dispone addirittur­a di una cassa comune dalla quale può attingere anche per far fonte agli imprevisti “profession­ali”, come ad esempio nel caso in cui Florio deve recuperare il denaro degli acquirenti per far fronte alle spese legali per l’arresto di Torrenti». Non piccoli pesci, insomma, come intuito anche dal gip Roberto Saulino che aveva disposto l’arresto di 21 persone: «Già dalle primissime conversazi­oni captate — scriveva — il gruppo mostrava di possedere una struttura solida, collaudata e strumental­e allo svolgiment­o di una sistematic­a attività di illecita commercial­izzazione di stupefacen­ti».

Denuncia L’inchiesta era partita da un esposto di un dipendente del locale

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