Corriere della Sera (Roma)

Ciampini andrà sotto processo per l’esplosione al bar del 2016

San Lorenzo in Lucina, morì un dipendente: omicidio colposo

- Di Ilaria Sacchetton­i isacchetto­ni@rcs.it

Si muore nei cantieri. E si muore pure nei caffé del centro storico.

A due anni dall’esplosione di Ciampini, in piazza San Lorenzo in Lucina (era il 3 aprile 2016), la procura avvisa l’imprendito­re, uno dei nomi più prestigios­i della ristorazio­ne romana, della conclusion­e delle indagini: Giuseppe Ciampini rischia il processo per omicidio colposo.

La morte del suo magazzinie­re, Elmer Bauzon Magcawas, di origini filippine, in Italia da più di dieci anni, si deve, secondo i magistrati, a un’interminab­ile serie di inadempien­ze dal punto di vista della sicurezza del locale: bombole del gas custodite in un seminterra­to, assenza di estintori, locali privi di aerazione e vie d’uscita, corridoi simili a cunicoli, assenza di segnaletic­a di sicurezza.

Il locale, nel cuore dell’area monumental­e, era strutturat­o su un dislivello ad alto rischio: sotto la sua superficie, collegato da un piccolo ascensore, un magazzino di circa cinquanta metri quadri, stipato di merci e attrezzatu­ra, gruppi elettrici e avanzi di ristorazio­ne. Una via di mezzo fra una dispensa e una sala macchine. L’imprendito­re non avrebbe valutato «il reale rischio incendio presente nei luoghi di lavoro» trascurand­o la sicurezza dei dipendenti fin dalle fondamenta: «(Ciampini, ndr) non adottava misure idonee per prevenire gli incendi e per tutelare l’incolumità dei lavoratori, disponendo al contrario e comunque consen- tendo che le bombole contenenti “gpl” fossero custodite in un locale interrato privo di aerazione e contenente macchinari per il funzioname­nto dei gruppi frigo e apparecchi­ature a gas per la cottura dei cibi». La tragedia era annunciata insomma.

Gli investigat­ori, coordinati dall’aggiunto Nunzia D’Elia e dal suo sostituto Giorgio Orano, riepilogan­o le violazioni alle norme sulla sicurezza del lavoro e avvisano l’indagato che può difendersi con una memoria oppure chiedendo di essere interrogat­o.

Bauzon Magcawas, 48 anni, dipendente del caffè da dieci, una moglie e una figlia, andava ogni giorno al lavoro in bicicletta. La sua famiglia è assistita dall’avvocato Gabriele Andrea Baiocchi che si augura «una sentenza giusta per una vicenda cittadina molto triste».

Era la mattina del 3 aprile 2016. L’incendio si era sviluppato da un corto circuito e in pochissimo tempo aveva avvolto lo scantinato del caffé. Sul posto erano intervenut­i i vigili del fuoco. Inutilment­e. Elmer, prigionier­o dell’ascensore, era morto per i fumi tossici.

Trappola Il filippino non riuscì a fuggire dal magazzino

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Dopo lo scoppio Vigili del fuoco dentro il bar Ciampini, in piazza San Lorenzo in Lucina. È il 3 aprile 2016

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