Villini storici, arrivano i vincoli del ministero
Stop alle manomissioni degli ambiti di pregio che, pur non rivestendo un valore monumentale, vanno preservati per l’omogeneità del contesto. Il Mibact ha avviato un’istruttoria per individuare le aree a rischio e sottoporle a tutela tramite vincolo paesaggistico. L’iniziativa è scattata dopo le polemiche sulle demolizioni dei villini storici.
Interviene il Mibact, dopo le polemiche per la demolizione del villino anni Venti in via Ticino 3, che sarà sostituito da un edificio moderno. Demolizione alla quale, dallo scorso autunno, ne sono seguite altre. Nell’incontro di ieri al Collegio Romano, al quale hanno preso parte anche la Soprintendenza belle arti e paesaggio e l’associazione Italia Nostra, si è fissato un primo punto per porre un freno ai disastri del Piano Casa. Tramite un’istruttoria la soprintendenza avvierà una ricognizione, a partire dalle aree di maggior pregio, per definire ambiti omogenei dal punto di vista paesaggistico. Grazie a questa mappatura, sarà possibile individuare le zone che, pur non potendo essere considerate monumentali, rivestono tuttavia interesse nel tessuto storico-urbanistico della Capitale. La fase successiva sarà quella di apporre, tramite decreto, il vincolo paesaggistico: uno strumento, accompagnato da una serie di prescrizioni, per tutelare le testimonianze architettoniche post unitarie e dei primi decenni del Novecento, tra cui i villini liberty. Spiega Carla Di Francesco, segretario generale del Mibact: «Il colloquio con Italia Nostra è stato molto utile. Ci siamo resi conto che il regime urbanistico attuale non è in grado di contrastare gli effetti della legge Casa». Da qui, l’avvio della procedura che consentirà di mettere sotto protezione «brani importanti della città». I tempi? «È un grosso lavoro, ma ci vorranno mesi, non anni», assicura Di Francesco.