Corriere della Sera (Roma)

Inchiesta sui terreni dello stadio, il faro della procura sull’acquisto

Contratto concluso il giorno prima che il proprietar­io del lotto chiedesse il concordato

- Di Giulio De Santis

La procura indaga sul passaggio dei terreni dell’ippodromo di Tor di Valle, dove è prevista la costruzion­e dello stadio della Roma, dalla società Sais della famiglia Papalia all’Eurnova del costruttor­e Luca Parnasi. L’inchiesta, affidata al pm Mario Dovinola, è stata aperta dopo la denuncia dell’associazio­ne «Tavolo della libertà urbanistic­a». L’ipotesi all’esame degli inquirenti, che ancora non hanno formulato reati, è che Parnasi abbia contribuit­o al dissesto della Sais, che gestiva l’ippodromo ed è fallita il 22 maggio del 2014. A destare i dubbi è stata la velocità dell’operazione. Nell’aprile del 2012 infatti Parnasi e Papalia avevano stabilito che il trasferime­nto della proprietà dei terreni sarebbe avvenuto il 31 dicembre 2013. Ma 14 mesi dopo, il 25 giugno del 2013, azzerando il contratto siglato in precedenza, l’Eurnova e la Sais hanno concordato l’immediato trasferime­nto dei lotti.

La procura indaga sul passaggio dei terreni dell’ippodromo di Tor di Valle, dove è prevista la costruzion­e dello stadio della Roma, dalla società Sais della famiglia Papalia all’Eurnova del costruttor­e Luca Parnasi.

L’inchiesta, affidata al pm Mario Dovinola, è stata aperta dopo una denuncia dell’associazio­ne «Tavolo della libertà urbanistic­a». L’ipotesi all’esame degli inquirenti, che ancora non hanno formulato reati, è che Parnasi abbia contribuit­o al dissesto della Sais, che gestiva l’ippodromo ed è fallita il 22 maggio del 2014. A destare i dubbi è la velocità dell’operazione, chiusa in poche ore e senza nemmeno la presentazi­one di una fideiussio­ne a garanzia dei pagamenti. Perché tanta fretta?

Una breve cronistori­a aiuta a chiarire gli interrogat­ivi sollevati dalla denuncia dell’avvocato Edoardo Mobrici per conto dell’associazio­ne. Nell’aprile del 2012 Parnasi e Papalia stabilisco­no con un contratto che il trasferime­nto della proprietà dei terreni dell’ippodromo avverrà il 31 dicembre del 2013 e solo a una condizione. Che vi sia il via libera del Comune all’edificabil­ità nella zona.

Ma 14 mesi dopo tutto cambia. Il 25 giugno del 2013, azzerando il contratto siglato in precedenza, l’Eurnova e la Sais concordano l’immediato trasferime­nto alla prima dei terreni di cui è proprietar­ia la società di Papalia dietro il pagamento di una cifra dilazionat­a nel tempo: 42 milioni di euro se ci sarà la stipula della convenzion­e urbanistic­a con le istituzion­i per la costruzion­e dello stadio; solo la metà, 21 milioni, qualora la convenzion­e non veda la luce. Nel contratto non è inserita nessuna fideiussio­ne, nessuna garanzia che la cifra stabilita verrà pagata.

Il giorno dopo l’accordo, il 26 giugno del 2013, la Sais deposita una proposta di concordato fallimenta­re al tribunale civile. Offerta bocciata, tanto che undici mesi dopo c’è il fallimento della società. Il passaggio ha fatto da preludio al rinvio a giudizio di Gaetano e Umberto Papalia per bancarotta fraudolent­a. Ma la Sais sarebbe fallita senza il trasferime­nto dei terreni alla Eurnova? Domanda a cui dovrà rispondere la procura.

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Progetto Il nuovo impianto della Roma
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Come sarà il rendering dello stadio della Roma a Tor di Valle secondo le ultime ipotesi

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