Corriere della Sera (Roma)

«Trastevere, così è la vita dei romani»

Il regista dal barbiere a San Francesco a Ripa, tra aneddoti e auguri di buona Pasqua

- di Carlo Verdone

Con questo testo su Facebook (Carlo Verdone Official) il regista racconta la vita quotidiana del rione

Questa mattina alle otto ero dal mio barbiere a Trastevere, Giorgio. Fa ancora tutte le gare di tango con la moglie. Se chiude prima vuol dire che deve andare a ballare. C’era Augustarel­lo, che parla ad un volume esagerato perché un po’ sordo. È un piacere conversare con gli ultimi superstiti traste- verini perché parlano di vicende passate dove i protagonis­ti sono sempre monsignori, politici, un po’ di malavita, artisti stimati, attori dimenticat­i. In poche parole quelli che quelli che vedono passare per via San Francesco a Ripa dal negozio. Su ognuno c’ è sempre una storia da raccontare. È la vita di Trastevere degli ultimi veri romani. Oggi Augustarel­lo mi fa un regalo: chiama il più anziano elettricis­ta del cinema che dal 50 agli ‘80 ha lavorato da Fellini a Visconti. 95 anni, lucidissim­o, gentile e spiritoso, Aurelio «er micione» è una biblioteca di aneddoti. Quello che mi colpiva era la faccia sorridente e fiera di queste maestranze del cinema. Quando il cinema era il posto di lavoro più ambito e più faticoso. Ma la gran passione ti portava ad esser efficiente per 15/18 ore, a volte di fila. Se non ci fossero stati questi grandi artigiani certe pellicole non sarebbero venute così bene nella cura dell’inquadratu­ra. E con l’ occasione auguro una Buona Pasqua a tutti voi, con affetto.

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