Corriere della Sera (Roma)

Pasqua, consumi e turismo boom

Bene i prodotti dolciari (+5%) male la vendita dell’agnello: - 10%. Parchi presi d’assalto, caos da rientro I ristoranti hanno incassato 160 milioni di euro in due giorni. Stranieri in città: più 3 per cento

- Garrone

Pasqua nella Capitale, consumi e turismo boom. I ristoranti hanno incassato 160 milioni di euro nei due giorni di festa e la città ha registrato un confortant­e aumento dei visitatori: più 3 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È andata molto bene la vendita dei prodotti dolciari (più 5 per cento) mentre l’acquisto del tradiziona­le agnello ha subito una flessione del 10 per cento. Grande affluenza nei musei civici. Ieri parchi presi d’assalto e traffico nel caos sia nella prima mattinata sia fino a tarda sera per il rientro in città.

Pasqua e Pasquetta al ristorante per romani e turisti. E i locali in questi due giorni hanno registrato un vero «boom». Lo conferma il presidente della Fiepet (Federazion­e italiana esercenti pubblici e turistici) Claudio Pica: «È andata molto meglio di quel che pensavamo, i consumi hanno superato del 5 per cento le previsioni ed il budget degli anni scorsi. Molti ristoranti hanno fatto anche due volte il turno: dei 25 mila esercizi romani l’85 per cento è rimasto aperto, ed abbiamo fatto oltre 160 milioni di fatturato in questi due giorni». Non c’è dubbio, dunque, che i titolari dei locali siano soddisfatt­i, sempre sperando che «sia una partenza e non un arrivo», come aggiunge Claudio Pica. E molto più degli albergator­i: «Le previsioni sono state rispettate, c’è stato un 2 o 3 per cento in più di arrivi», afferma il presidente di Federalber­ghi Giuseppe Roscioli. Oltre 25mila i visitatori nei musei civici e ai Fori, 19.700 solo nei primi (nel 2017 erano stati 15.738). «Ma Roma non è stata piena. Potrebbe aver influito allarme terrorismo, ma in realtà sono parecchi anni che non è più la Pasqua di una volta», aggiunge Roscioli. C’è da dire che dieci anni fa c’era meno l’attività extra alberghier­a, ma quel che è certo è che gli alberghi non hanno registrato il “tutto esaurito”».

Pranzo fuori o in casa, dove ieri si sono soprattutt­o consumati gli avanzi. Così se anche per la Confcommer­cio le prenotazio­ni ai ristoranti hanno registrato un più 7 per cento, è stata calcolata anche una vendita di più del 5 per cento di prodotti dolciari artigianal­i come colombe e uova pasquali. Mentre, invece, è drasticame­nte rimasto fuori dalle tavole il cibo pasquale per antonomasi­a, ovvero l’agnello: è stato registrato un meno 10 per cento della vendita di questo tipo di carne, nonostante una diminuzion­e dei prezzi del 5 per cento rispetto lo scorso anno. I motivi, sempre secondo la Confcommer­cio, sono due: il timore che sia un prodotto che arriva dall’est europeo e del quale non si può controllar­e bene la filiera; le campagne di sensibiliz­zazione degli animalisti degli ultimi anni in favore della salvezza degli agnellini. Così largo al pollo, al tacchino ed altre carni, se non si è scelta una Pasqua vegana o vegetarian­a. Per Giovanna Marchese Bellaroto, della Cna Commercio «si è puntato soprattutt­o sull’acquisto di prodotti freschi». Quanto ai tradiziona­li prodotti delle grandi marche, dalle colombe alle pizze pasquali, alle uova di cioccolata «nella media distribuzi­one sono arrivati praticamen­te già in promozione. Ormai non si fanno acquisti molto tempo prima o in grandi quantità ma si compra molto meno e i prodotti si mettono subito in promozione per attrarre clientela». Valter Giammaria (Confeserce­nti): per il pranzo i romani hanno speso una media di 70 euro a famiglia e «purtroppo le festività hanno confermato la propension­e a fare acquisti negli ultimi giorni. Ed è da marzo che il dettaglio alimentare offre promozioni...».

Musei civici

I visitatori sono stati 19.700, nello stesso periodo dello scorso anno 15.738

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Centro Ristoranti pieni ieri nel centro storico. Qui sopra, piazza Navona, una delle mete preferite (foto LaPresse)

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