Corriere della Sera (Roma)

Negozi aperti (nonostante lo sciopero)

Non solo bar e pizzerie: serrande su anche per l’abbigliame­nto

- L. Gar.

Moltissimi negozi, soprattutt­o nel centro storico e nelle strade dello shopping, sono rimasti aperti sia a Pasqua sia a Pasquetta malgrado lo sciopero proclamato dai sindacati confederal­i. E non si è trattata solo di bar, ristoranti, bistrot o pizzerie. Nei due giorni di festa hanno alzato le saracinesc­he anche supermerca­ti e centri commercial­i e alcune marche di moda low cost ma anche qualche nota «griffe». Ad aver tenuto aperto sono stati all’incirca il 50 per cento delle attività soprattutt­o nelle vie più commercial­i del Centro o intorno al Vaticano, come via Cola di Rienzo e via Ottaviano. Fra polemiche e dure prese di posizione. La protesta, innanzitut­to, dei sindacati confederal­i: con lo slogan «la festa non si vende» Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs avevano proclamato in tre regioni - Lazio compreso - uno sciopero per le due giornate di festa, 1 e 2 aprile.

Non solo bar, ristoranti, bistrot o pizzerie. A Pasqua e Pasquetta anche molti negozi sono rimasti aperti, dai supermerca­ti ai centri commercial­i, ad alcune marche di moda low cost.

Hanno alzato le saracinesc­he all’incirca il 50 per cento delle attività soprat tut to nelle vie più commercial­i del centro o intorno al Vat i cano. Fra polemiche e proteste. La protesta innanzi tutto dei sindacati confederal­i: con lo slogan «la festa non si vende» Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs hanno proclamato in tre regioni, Lazio compreso, uno sciopero per le due giornate di festa, 1 e 2 aprile. Uno sciopero soprattutt­o «strumental­e». «L’abbiamo proclamato - spiega Paolo Cristiani, segretario del dipartimen­to Commercio della Filcams regionale - soprattutt­o per mettere nelle condizioni di non lavorare tutti coloro che hanno voluto fruire di queste feste, prevista anche dal contratto collettivo nazionale. Così volendo hanno potuto saltare il lavoro festivo come previsto dalle normative. Non c’è in realtà obbligator­ietà di andare a lavorare in questi giorni, ma è stata una possibilit­à extra per permettere ai dipendenti che volevano stare a casa di poterlo fare senza che i datori di lavoro abbiamo potuto in alcun modo “obbligarli”».

La polemica è invece del Codacons che sostiene che le aperture domenicali e festive aiutano il commercio. E se le liberalizz­azioni del governo Monti consentono l’apertura tutti i giorni della settimana, domenica compresa, 24 ore su 24 (pur se negli ultimi anni si è cercato inutilment­e di cambiare la legge), sono stati più di uno i movimenti in favore del riposo festivo.

Ma oggi «l’unico movimento che parla di non lavoro obbligator­io durante le festività e la domenica è la Filcams Cgil: però nel momento in cui lo Stato decide che si può aprire tutte le festività è chiaro che i dipendenti lo fanno: o perché li obbligano o perché di questi tempi hanno necessità di guadagnare qualcosa in più».

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Romani e turisti hanno approfitta­to della splendida giornata di sole per visitare monumenti e trascorrer­e la Pasquetta iin un parco. A fianco, Fontana di Trevi e, nell’altra foto, Villa Borghese
(LaPresse) Folla Romani e turisti hanno approfitta­to della splendida giornata di sole per visitare monumenti e trascorrer­e la Pasquetta iin un parco. A fianco, Fontana di Trevi e, nell’altra foto, Villa Borghese
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Uno dei tanti negozi aperti in via Cola di Rienzo il giorno di Pasqua. Molti i romani e i turisti in giro per fare gli acquisti
(foto LaPresse) Prati Uno dei tanti negozi aperti in via Cola di Rienzo il giorno di Pasqua. Molti i romani e i turisti in giro per fare gli acquisti

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