Tiburtina, i residenti: ignorati e ora il black out
«Dopo il linciaggio avvenuto alla Stazione Tiburtina ai danni di un magazziniere di 34 anni alle 7 del mattino da parte di due sbandati senza tetto dell’est Europa, mai avremmo immaginato che dopo pochi giorni venisse staccata l’illuminazione pubblica in tutta l’area attorno alla sopraelevata antistante la Stazione». Così il «Comitato Cittadini Stazione Tiburtina» in una lettera invita alla sindaca Virginia Raggi, al prefetto e al commissariato Porta Pia.
«Da residenti non vi nascondiamo che ci saremmo aspettati un allontanamento coatto di tutti gli sbandati, ubriaconi, tossici e parcheggiatori abusivi dalla sopraelevata, almeno per salvare la vostra immagine - si legge nella missiva -. Vi diciamo da anni di intervenire con provvedimenti permanenti. Il prefetto si era impegnata di persona ad emanare un Daspo urbano. L’ufficio del dott. Cardilli si era impegnato a valutare ordinanze contro il consumo di alcolici durante la giornata per contrastare l’ubriachezza molesta. Solo la Questura ha fatto qualcosa che però, senza il supporto giuridico che può dare un Daspo urbano o senza l’ordinanza anti alcol, si riduce tutto ad un fuoco di paglia. Se dopo tutto questo tempo non avete ancora mosso un dito per risolvere definitivamente queste situazioni di insicurezza e anzi se dopo questi gravi episodi viene staccata l’illuminazione pubblica nell’area costringendoci a tornare a casa con la paura ci portate a pensare che tutto ciò secondo voi è normale e tollerabile». Il comitato dei cittadini racconta anche quando avviene settimanalmente: «Se ogni mercoledì mattina i vigili, per consentire il lavaggio dell’Ama sotto la sopraelevata, trattano coi parcheggiatori abusivi per far togliere loro temporaneamente i loro giacigli per poi farglieli rimettere un’oretta dopo, a lavaggio effettuato, il dubbio che ci sia una complicità con gli sbandati padroni della zona viene. Vi chiediamo ora tutti quei provvedimenti che fino non avete fatto, non aspettate un’altra plateale aggressione».