«Atac alle Fs? Non migliorerà»
Il vicesindaco a tutto campo: sabato riapre il Valle. M5S in calo a Roma? «Macché»
Difende la scelta del concordato in Atac, il vice sindaco Luca Bergamo: «Con Fs la situazione non migliorerebbe, viste le difficoltà dei treni durante l’emergenza freddo». Nell’intervista al Corriere, l’assessore alla Cultura parla anche dell’autonomia legislativa che permetterebbe a Roma di uscire dall’impasse di norme spesso contrastanti. E annuncia la riapertura, seppure temporanea, del Teatro Valle: da sabato, e fino a dicembre, lo spazio sarà restituito alla città. Un «interludio» con mostre e installazioni, ma per gli spettacoli bisognerà aspettare la fine dei lavori.
Difende la scelta del concordato per salvare Atac dal fallimento, il vice sindaco con delega alla Crescita culturale, Luca Bergamo. Convinto che Fs non sia la soluzione, nel lungo colloquio con il Corriere dialoga a tutto campo: dall’analisi del voto del 4 marzo ai maggiori poteri per Roma; dalle buche alla sinergia tra le partecipate della cultura con il coinvolgimento delle biblioteche civiche come poli della divulgazione (anche) scientifica. Ideatore del festival Enzimi nel 1995, tra il 2012 e il 2016 è segretario generale della rete Culture Action Europe. Classe 1961, «padre di due bellissimi giovanotti di 14 e 17 anni», nonostante il Dna di sinistra viene scelto da Virginia Raggi come suo braccio destro.
Assessore Bergamo, è ancora convinto che il concordato sia la strada giusta per Atac?
«Sì, se penso a come funziona Fs... Si è visto con le difficoltà sulla rete ferroviaria durante l’ultima emergenza neve». Dunque, è contrario alla messa a gara.
«Il fatto che in passato il Comune abbia perso il controllo delle partecipate non è un buon motivo per la privatizzazione. La mobilità pubblica è un settore strategico, andiamo avanti con il concordato anche se è un percorso faticoso».
Alle amministrative il M5S a Roma ha perso il 16%, come valuta il risultato?
«Va riconosciuta a Zingaretti la capacità di aver tenuto unito un elettorato che altrove si è sfaldato, approfittando anche della frammentazione del centrodestra».
Nessun errore interno al M5S?
«Non attribuirei il calo al cosiddetto “effetto Raggi” visti i risultati nazionali».
Roberta Lombardi era la candidata migliore?
«Non ho indicatori che dimostrino il contrario».
L’emergenza buche può aver sottratto consensi?
«Non credo abbia influito, ma quello delle buche è un problema serio. Roma ha 8.500 chilometri di strade, ma una capacità di spesa fortemente compressa».
Uno dei problemi è anche la complessità delle procedure di gara che rallentano i lavori.
«Il dipartimento Simu ha predisposto appalti quadro riempiti man mano che affluiscono le risorse. E il progetto della nuova macrostruttura prevede una centrale unica degli appalti».
Come interpreta la disfatta del Pd?
«Con l’incapacità di uscire da una visione economicista del mondo, mentre in quest’epoca essere di sinistra do- vrebbe consistere nel realizzare i diritti umani fondamentali e in una diversa organizzazione delle priorità».
Cosa manca nell’agenda politica dei democrat?
«La crisi del 2007 non è uno choc superato il quale si torna al punto di partenza, ma segna una fase di transizione scandita da flussi demografici e assetti geopolitici senza precedenti».
Il Pd è scollegato dal Paese reale?
«Quando parli di pensioni non puoi rivolgerti solo a chi ha maturato o sta maturando il diritto grazie a un lavoro stabile, devi considerare tutti quelli che rientrano in un modello costruito nel dopoguerra. La sinistra non si prende la responsabilità di accettare la sfida della modernità. Il futuro fa paura, certo, ma bisogna provare a inventarselo».
Scelgo il concordato «Le Ferrovie hanno avuto difficoltà durante l’emergenza neve. Qui non farebbero meglio»
«L’attacco sul Cinema America è stato un momento difficile: non avevo detto io quelle cose»
«Quando lascerò questo ruolo vorrei che l’indice di felicità dei romani fosse aumentato»
La nuova autonomia «La Capitale deve potere fare leggi locali in materia di sicurezza e vincoli al patrimonio»
A proposito di diritti fondamentali, il M5S non ha votato la legge sullo ius soli. «Penso sia stato un errore».
Di lei si dice che faccia da pontiere tra il Pd e i Cinque stelle: proverà a mediare anche nella difficile partita del governo nazionale?
«Tesse i rapporti chi ha titolo per farlo, Di Maio non ha certo bisogno di qualcuno che parli per suo conto». Nell’ipotesi di un esecutivo amico, cosa chiedereste?
«Roma ha bisogno di potestà legislativa su molti temi, dalla sicurezza ai vincoli al patrimonio: se ne può ragionare con il Parlamento. La proliferazione di norme, spesso contrastanti, in passato ha aperto uno spazio di mediazione tra politica e affari. Oggi quello spazio si è chiuso, ma si è creato uno stallo».
Con Adriano Meloni siamo già al settimo cambio di assessore: un record.
«Non mi sembra corretto assimilare i singoli episodi. Le cause che hanno portato alle dimissioni di Minenna non sono le stesse di Berdini».
Qual è stato il momento più difficile della sua esperienza da vice sindaco?
«Leggere che oltre 70 personalità del mondo del cinema hanno firmato per le mie dimissioni sulla base di parole non mie». La sindaca pensava di invitarli in Campidoglio.
«A breve presenteremo una conferenza a tappe sul mondo del cinema che coinvolge grandi protagonisti».
A sette anni dall’inizio dell’okkupazione, e a quasi quattro dalla chiusura, sabato il Teatro Valle rialza il sipario. Che effetto le fa?
«Il Valle è un luogo fortemente simbolico da restituire alla città. Comunque si tratta di una riapertura straordinaria, tra la prima fase di lavori e la seconda, che inizierà presumibilmente l’anno prossimo, per interventi più sostanziali. Una rinascita dovuta anche
allo stimolo degli articoli usciti sul Corriere nei mesi scorsi».
Una riapertura, per ora, che è un interludio?
«È un ritorno alla vita come teatro, sotto la direzione dello Stabile di Roma fino a dicembre. Per ora non ci sarà un pubblico spettacolo e la sala è praticabile solo in parte per l’installazione di Mimmo Paladino 19 drammaturghi e un Sipario in scena ».