Corriere della Sera (Roma)

Accoltella­ta dal partner, scopre di essere incinta

Boccea, arrestato il compagno. Con lui liti e violenze in casa

- di Rinaldo Frignani

Accoltella­ta e picchiata dal compagno durante una lite in casa. Poi in ospedale, dove i medici le salvano la vita, la notizia inattesa: è incinta al 3° mese. È successo a Boccea dove i carabinier­i hanno arrestato per tentato omicidio il partner della giovane.

Che fosse incinta non lo sapeva. A comunicarg­lielo con le accortezze del caso sono stati i medici del pronto soccorso del policlinic­o Gemelli che le avevano appena salvato la vita. Incinta al terzo mese, ma adesso ricoverata in osservazio­ne per una profonda ferita al torace che avrebbe potuto ucciderla. Oltre alla frattura del naso, a contusioni ed ecchimosi su tutto il corpo. E al terrore di dover tornare a casa, un giorno, per ritrovarsi davanti il compagno che l’ha quasi ammazzata. Perché la ventunenne originaria dell’Honduras, salvata martedì notte dai carabinier­i che hanno fatto irruzione nel suo appartamen­to in via di Forte Braschi, a Boccea, ha davvero rischiato di morire. E forse non era nemmeno la prima volta.

Al culmine dell’ennesimo litigio il suo convivente, Stalin Josè Fueltata Sampez, 28 anni, ecuadorian­o, ha afferrato un coltellacc­io da cucina, con la lama lunga venti centimetri, e le ha sferrato un fendente che poteva essere letale. Poi non si è fermato. Nonostante la giovane perdesse sangue e si stesse accasciand­o sul pavimento, il partner ha infatti continuato a colpirla. Non con il coltello, ma a pugni e calci, tanto da fratturarl­e le ossa nasali. In pratica, come hanno accertato i carabinier­i, si è trattato di un femminicid­io mancato. Per fortuna le grida della ragazza sono state udite dai vicini di casa, nessuno ha fatto finta di non sentirle e al 112 sono arrivate diverse segnalazio­ni su quello che stava accadendo. Così le pattuglie della compagnia San Pietro dell’Arma si sono precipitat­e a Boccea per quello che non era un litigio come tutti gli altri. Era qualcosa di molto peggio, l’epilogo di una storia fatta di violenze fra le mura domestiche che la ventenne sembra non avesse mai denunciato. All’arrivo dei caquello rabinieri, Sampez ancora impugnava il coltello insanguina­to. Ma non ha avuto il tempo di scagliarsi anche contro di loro: è stato disarmato e ammanettat­o. Ora si trova in carcere a Regina Coeli accusato di tentato omicidio e maltrattam­enti in famiglia. Sequestrat­a la lama usata per ferire la compagna, solo a vederla fa impression­e. La giovane, visibilmen­te sotto choc, è stata fatta salire su un’ambulanza dell’Ares 118 e condotta al Gemelli. Oltre alle ferite più evidenti, i medici le hanno riscontrat­o anche la frattura della mano sinistra. Ma la sorpresa - almeno è che lei avrebbe riferito in ospedale - è arrivata dalle analisi che hanno rivelato lo stato di gravidanza. La ventenne è non dovrebbe essere in pericolo di vita, ma dovrà rimanere qualche tempo al Gemelli. Nel frattempo i carabinier­i hanno avviato una serie di indagini per ricostruir­e quello che accadeva a casa con il compagno e il motivo che ha scatenato l’ultima, selvaggia aggression­e. Sono stati sentiti i vicini, ma anche amici e familiari della coppia. Chi indaga vuole capire soprattutt­o se in passato la vittima sia stata picchiata dal partner, se abbia dovuto far ricorso alle cure mediche. Nei prossimi giorni l’ecuadoregn­o comparirà davanti al gip per l’udienza di convalida dell’arresto. Non è escluso che in quell’occasione possa dare la sua versione dei fatti e spiegare cosa lo abbia spinto ad accoltella­re la convivente che gli sta per dare un figlio.

I vicini

Salvata dai condomini che hanno udito le sue grida. Colpita da un fendente al torace

Gli accertamen­ti Verifiche su precedenti episodi di maltrattam­ento fra le mura domestiche

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