Ragazza accusa: botte dal branco
Villaggio Olimpico, si indaga sulla denuncia di una 17enne filippina pestata da cinque coetanei
«Quella mattina non sono andata a scuola ma in centro con una amica. Al ritorno, scesa dall’autobus, quando ormai ero sola, sono stata aggredita da tre ragazze e due ragazzi che non avevo mai visto prima. Era l’ora di pranzo in via India, al quartiere Olimpico». Comincia così il racconto per certi versi ancora poco chiaro fatto da una 17enne filippina agli agenti del commissariato Villa Glori. Un pestaggio avvenuto l’ 8 marzo, festa della donna, sul quale indagano anche la procura dei minori e la squadra mobile.
Ipotesi e riscontri al momento non ce ne sono, se non un referto del policlinico Gemelli con sette giorni di prognosi per la distorsione al polso destro che, ancora secondo la denuncia della vittima, sarebbe così maturata: «La prima a venirmi incontro è stata una delle ragazze, che mi ha dato un ceffone sulla faccia senza dire o spiegare niente. Poi uno dei ragazzi mi ha preso il braccio e me l’ha girato all’indietro fino a farmi cadere per la torsione».
Gli aggressori sarebbero tutti italiani e di età simile a quella della vittima. Dunque minorenni o giù di lì. L’ipotesi del movente razziale sembra per ora esclusa sia perché nella sua denuncia la 17enne non fa cenno a insulti di quel tenore, sia perché uno dei due ragazzi della banda avrebbe la carnagione scura.
Nè la vittima, che frequenta un istituto superiore in zona, ha riferito di litigi, rancori o minacce in ambito scolastico. Resta così in piedi la possibilità che si sia trattato di un gesto «insensato» come non di rado capita di sentire. Una mera manifestazione di violenza fine a se stessa, sulla quale, però, come detto, si cercano ancora riscontri a supporto della denuncia. Non ci sono testimoni, nè il luogo dell’aggressione ricade nel cono di osservazione di una telecamera di videosorveglianza. Gli investigatori hanno già esaminato le immagini di altri circuiti di sicurezza attivi nel perimetro di prossimità di via India, ma senza trovare elementi utili. Via India è una stradina alle spalle del liceo Lucrezio Caro, senza negozi o attività commerciali. Palazzine basse, parcheggi coperti, pini e oleandri. È dunque possibile che nessuno si trovasse a passare di lì, mentre la vicinanza con la scuola farebbe pensare a ragazzi che la frequentano.
La denuncia, inoltre, è stata presentata due giorni dopo la presunta aggressione e questo ha reso ancora più complessi gli accertamenti. «Ma perché mi picchiate? Cosa ho fatto? Nemmeno vi conosco, lasciatemi andare», riferisce di aver implorato la 17enne, che avrebbe ricevuto colpi anche una volta finita in terra. Anzi, una delle ragazze incitava — a suo dire — gridando: «Spezziamole le gambe così non si rialza più». Poi qualcuno avrebbe detto: «Ne ha avute abbastanza» e il gruppo si è dileguato.
I primi soccorsi la studentessa li ha avuti dalla mamma, una volta raggiunta, da sola, l’abitazione a Ponte Milvio. Poi ha passato una notte in osservazione al Gemelli. «Non capisco perché mi sia capitato questo, voglio andare via da Roma», ha ripetuto la ragazza.