Corriere della Sera (Roma)

Consiglio regionale, grillini ai ferri corti centrodest­ra diviso

- Clarida Salvatori

La prima seduta del consiglio regionale del Lazio rischia di essere un po’ lo specchio di questa XI legislatur­a partita ieri alla Pisana. Una maggioranz­a risicata che per spuntarla deve fare affidament­o sull’opposizion­e o su una parte, a seconda dei casi.

L’elezione, o meglio la riconferma, del dem Daniele Leodori alla presidenza sembrava scontata. Anche in virtù degli oltre 18 mila voti incassati alle elezioni del 4 marzo. Eppure per arrivare alla sua proclamazi­one sono servite tre votazioni, con una richiesta maggioranz­a dei sì che man mano diminuiva. Se in prima chiamata Leodori avrebbe dovuto incassare 34 voti (ma ne ha ottenuti solo 25, 24 le schede bianche, una per Enrico Cavalleri della Lega e una per Sergio Pirozzi) e al secondo giro avrebbe dovuto raggiunger­e quota 31 (anche qui niente da fare poiché ne ha ricevuti 26), alla fine ce l’ha fatta in terza battuta: lo hanno scelto 29 consiglier­i (stavolta però ne sarebbero bastati 26), quattro in più dei 25 che formano la maggioranz­a.

Anche la successiva elezione dei vice presidenti ha subìto qualche imprevisto. Il centrodest­ra si è spaccato e su Giuseppe Simeoni (FI) l’ha spuntata, 11 a 9, il compagno di partito Adriano Palozzi. I 5 Stelle hanno invece eletto Devid Porrello, come previsto, ma con 15 voti, cinque in più di quelli pentastell­ati.

Oltre ai ringraziam­enti di rito dopo l’elezione, Leodori ha preso la parola spiegando «che occorre proseguire il percorso iniziato negli anni passati, con un occhio attento alla spending review». Come priorità ha posto al nuovo consiglio regionale quella di «continuare ad affrontare la questione vitalizi», già presa di petto dal presidente Nicola Zingaretti tre anni fa. Con un provvedime­nto, però, della durata di un triennio e non ripetibile. Quindi sulla questione che tanto sta a cuore sia al governator­e che al Pd e al M5S ci sarà da rimettere mano. L’ultimo pensiero di Leodori è stato per le quote rosa: «Ci sono 16 consiglier­e (contro le dieci della precedente consiliatu­ra, ndr). Non sono mai state così numerose nella storia della Regione Lazio».

Ma questa constatazi­one non è servita per aumentare la rappresent­anza femminile negli uffici di presidenza, dal momento che su sei incarichi (presidente, due vice e tre segretari) solo uno si è colorato di rosa con l’elezione di Michela Di Biase (Pd) alla segreteria. Oltre a lei la scelta è caduta su Gianluca Quadrana (civica Zingaretti) e Daniele Giannini (Lega). Quest’ultimo ha battuto Valentina Corrado (M5S), per un cavillo: a parità di voti, è stato eletto perché più anziano. Ma la pentastell­ata non ci sta, lancia strali contro la capogruppo e annuncia ricorso: «Se la Lombardi si fosse impegnata per la segreteria come per la vice presidenza sarebbe andata diversamen­te: si conferma ancora una volta divisiva. Non escludo che presenterò ricorso, nell’ufficio di presidenza siede solo una donna delle 16 elette».

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