«Fenomenale» Gianna Nannini in concerto
Il «Fenomenale Tour» arriva martedì al Palalottomatica Sul palco una scena senza arredi, con le canzoni al centro e il racconto di amori tormentati
«La musica per me è sempre una scoperta, non ha un’età e non ha una fine. È un dono, quindi continuerò a cantare, suonare e sperimentare fino a che potrò»: Gianna Nannini sta rilanciando durante il tour Fenomenale, martedì al Palalottomatica, il suo credo di eterna ragazza con il chiodo (rosso) e tanto da dire. Fenomenale, come la sua voce roca che è ormai diventata un marchio, come le sue canzoni che raccontano, in quest’ultimo disco, la passione nelle sue sfumature: amori inquieti e tormentati, pieni e disillusi.
Un live senza orpelli, Nannini allo stato puro: «Sono accompagnata da una band rinnovata e molto essenziale — ha presentato il nuovo viaggio che ha appena toccato la Germania, mietendo parecchi sold out («In quel Paese prima dell’abbattimento del muro le mie canzoni rappresentavano un alito di libertà») —. Ho eliminato gli effetti speciali per riportare il rock al centro, e puntato su suoni più diretti e semplici, che riflettono di più anche il mio carattere. Sonorità che mi hanno molto entusiasmata e convinto ancora una volta di quanto fosse importante per me tornare a suonare dal vivo. Non provavo quest’energia dagli inizi della carriera».
Anima rock che esplode dal vivo, nei pezzi nuovi e nelle incursioni in un passato da cantare tutti a squarciagola, come Scandalo, Aria. A Genova, giorni fa, un piccolo inci- dente l’ha fermata, ma per poco: è scivolata facendosi male al ginocchio. Subito dopo il controllo in ospedale, ha rassicurato i fan, chiedendo scusa per aver interrotto il concerto a quattro pezzi dalla fine. E tornando l’indomani sul palco, assisa su un trono.
Un concerto che è un racconto quasi cinematografico, come il flusso del disco, da lei descritto come «un film in musica»: «Mi viene in mente — ha spiegato all’uscita — un mondo di colori e di canzoni, una specie di Zabriskie Point di Antonioni (la rocker lavorò con il regista nel 1984, quando girò per lei il videoclip di Fotoromanza, ndr).
È stato il film che ho visto appena arrivata a Milano, a 18 anni. Dal disco vorrei far uscire tutti gli aspetti delle storie d’amore e stati d’animo precisi».
Animale da palco e protagonista di scelte di vita ben note. Famiglia titolare di una famosa pasticceria a Siena, fugge a Milano con i soldi dell’assicurazione dopo un incidente alla mano in fabbrica: «Con mio padre gli urti erano
terribili. Mi vide in minigonna. Diede uno schiaffo alla mamma, il primo e l’ultimo della sua vita, prese le forbici e ridusse la gonna a striscioline. Da allora porto solo pantaloni». Fino alla scelta di vivere a Londra con la compagna e la figlia Penelope, avuta a 54 anni: «Non ci sono leggi, in Italia, che mi garantiscano cosa succederebbe a Penelope se me ne andassi in cielo. Quindi me ne vado in Inghilterra, dove sono rispettata nei miei diritti
umani». Con la figlioletta, gestisce una rubrica su Instagram in cui descrive se stessa mamma superimpegnata, eppure «normale». Ha scritto un libro intitolato Cazzi miei, applica l’anticonformismo come esigenza interiore: «Non amo le dicotomie: sinistra e destra, omosessuale ed etero. Non mi importa di Trump e Berlusconi, ammiro la creatività delle persone».
Caduta
A Genova durante un live, di recente, è scivolata facendosi male al ginocchio. Il giorno dopo è tornata sul palco