Corriere della Sera (Roma)

Collaudi fermi, opere inutilizza­bili

Decine i casi, soprattutt­o nelle zone periferich­e: da La Storta a Ponte Mammolo, da Pietralata alla Bufalotta Il Campidogli­o non paga e i tecnici si rifiutano di eseguire verifiche su strade, mercati e parcheggi

- Di Giuseppe Pullara

Da anni in diverse zone periferich­e nuove strade e piazze restano recintate e inutilizza­bili per il pubblico. Così pure fogne, impianti d’illuminazi­one stradale, giardini pubblici, mercati rionali, parcheggi.Tutto costruito secondo le regole, tutto utile alla cittadinan­za ma senza la possibilit­à di essere usato dalla gente. È una situazione paradossal­e che va avanti da parecchio tempo.

APonte Mammolo (presso via Rivisondol­i) una piazza, un parco pubblico e un edificio destinato ad attività di quartiere aspettano da sei anni di essere «aperti» per entrare finalmente in uso. Uno scenario che si ripete in decine e decine di casi. A Casal Bertone sono due anni che il nuovo mercato rionale resta a porte chiuse, in attesa di avviare l’attività.

Niente di misterioso, nulla di opaco: è molto semplice spiegare il perché di tutto questo. La città si espande, si costruisco­no nuove case, interi quartieri. Servono le infrastrut­ture (viabilità, servizi): secondo la legge Bucalossi i costruttor­i possono sostituire il Comune nell’attrezzare i nuovi insediamen­ti realizzand­o quanto necessario per il loro funzioname­nto. Le spese sostenute vengono detratte dagli oneri concessori che essi devono versare alle casse comunali. Si tratta delle «opere a scomputo». Il vantaggio è chiaro: gli imprendito­ri non devono aspettare che il Comune si muova per attrezzare le aree di nuova edificazio­ne, essendo tenuti a realizzare le infrastrut­ture in contempora­nea se non addirittur­a prima delle case. Il Comune, sempre a corto di danaro, non deve Il nuovo mercato rionale mai aperto per mancanza del collaudo (foto LaPresse) trovare i fondi per rendere funzionali i nuovi nuclei.

Ma c’è un problema. Le «opere a scomputo» realizzate, per andare in uso, devono ricevere il collaudo da parte delle speciali commission­i (3, 5 membri) della civica amministra­zione. Da un po’ d’anni il segretaria­to generale del Campidogli­o ha eliminato il gettone di presenza per i commissari che, una volta chiamati, molto spesso rinun- ciano all’incarico. Si tratta di funzionari e tecnici comunali. Col collaudo essi si assumono talvolta importanti responsabi­lità e per questo pretendono un compenso o un’assicurazi­one o un corso formativo. Il Comune non accoglie le richieste e le Commission­i collaudo stentano a funzionare, lasciando la città che si espande mezzo bloccata.

I costruttor­i sollecitan­o i collaudi, sostenendo che le

spese necessarie alla guardianìa delle opere da difendere da occupazion­i o altro sono ingenti. I danni si estendono al fatto che i possibili acquirenti o affittuari stentano a firmare i contratti constatand­o che le case mancano di infrastrut­ture e servizi. D’altra parte ogni imprendito­re versa decine di migliaia di euro al Comune per finanziare i collaudi. C’è da chiedersi: che fine ha fatto il «tesoretto» incassato e non speso? I Piani di zona sono in parte bloccati anche per questa inaccettab­ile e in fin dei conti assurda situazione. A Colle Fiorito, edilizia sociale tra Boccea e La Storta, è dal 2006 che le cose vanno così e i costruttor­i sono passati alla formale diffida al Comune. Del resto, ormai è un anno che la gara pubblica per la Grande viabilità (77 milioni di investimen­to) è ancora ferma, senza esito.

L’elenco dei casi «critici» è lungo. A Pietralata, in via Matteo Tondi, una piazza e un mercato, finiti tre anni fa, hanno aspettato fino al 2017 la nomina della Commission­e collaudo. Ma ad oggi il Comune non ha preso in consegna le opere rendendole inutilizza­bili. Da un anno alla Bufalotta strade e fogne sono in attesa dell’esame dei collaudato­ri senza poter entrare in funzione. A Palmarola-Selva Candida c’è un parco pubblico che attende da due anni di essere collaudato e aperto ai cittadini. Nel Piano di zona di Pian Saccoccia sono bloccate strade, fogne e un impianto di depurazion­e, in quello della Romanina una strada. In zona Ponderano oltre a strade e fogne è chiuso un parcheggio. Peggio ancora a Tor Bella Monaca: sono fuori gioco un centro sociale e due aree verdi. Per un collaudo non portato a termine a via Como, al Nomentano, il contenzios­o che ne è scaturito ha fatto sì che un parcheggio sotterrane­o non possa essere completato nella parte superficia­le. Un caso che ricorda il parcheggio sotterrane­o sul lungotever­e davanti a Ponte Mazzini: ma questa volta si tratta di un fermo dovuto all’inerzia del Comune. Gli esempi riguardano l’intera fascia periferica cittadina. E come se non bastasse, a tutto questo va aggiunto lo stallo delle Commission­i di gara che devono valutare le capacità tecniche delle ditte che intendono partecipar­e alla manutenzio­ne stradale. I membri non vengono nominati o si dimettono. Le buche nell’asfalto ringrazian­o.

Questione di denaro

Da quando il Campidogli­o ha abolito il gettone di presenza, i tecnici rifiutano l’incarico

❞ L’architetto A volte qualche responsabi­lità ce l’hanno anche gli imprendito­ri

 ??  ?? Pietralata
Pietralata
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Il comprensor­io Colle Fiorito, vicino a La Storta
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Viale Giuseppe Stefanini, a Ponte Mammolo
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