Corriere della Sera (Roma)

Tor Bella Monaca Una baby gang pestava i passanti

Vittime dei raid scelte a caso dagli 11 ragazzi. Le minacce a un teste: «T’hanno già menato, sta’ attento»

- Di Giulio De Santis

Raid contro giovani, anziani e stranieri con mazze da baseball, tirapugni, coltelli e bastoni. Era il terrore di Tor Bella Monaca la baby gang che ora rischia il processo. Due, però, non sono imputabili: hanno solo 13 anni.

L’estate del 2017 sarà ricordata come una delle più calde tra le vie di Tor Bella Monaca. Ad accenderla è stata una baby gang composta da undici ragazzini, due così piccoli da non raggiunger­e nemmeno i quattordic­i anni. Eppure tanto violenti da pretendere di partecipar­e a ogni raid guidato dai boss sedicenni, pronti a scatenare le truppe in improvvisi assalti con tirapugni, mazze da baseball, coltelli e bastoni contro anziani, giovani, stranieri. Tutti «scelti» a caso.

Ora nove di loro, i più grandicell­i - difesi dall’avvocato Valerio Aulino - rischiano di finire sotto processo davanti al Tribunale dei minorenni. Le accuse: lesioni, detenzione di armi, minacce e stalking. L’omertà però ha impedito agli investigat­ori di dare un volto all’intera baby gang. Nei capi d’imputazion­e infatti si fa sempre riferiment­o ad altri sette ragazzi non identifica­ti. Sette «mister x» liberi di girare impuniti nel quartiere.

Sei i blitz ricostruit­i dagli inquirenti. Il più grave, l’ultimo della catena di soprusi, ha avuto per vittima un 81enne. È una sera di fine ottobre quando l’anziano li rimprovera perché stanno bruciando fogli di carta sopra diverse panchine. Loro sono in cinque, tra cui i due tredicenni. Lo accerchian­o con bastoni e tirapugni. Il signore scappa, riuscendo a sfuggire alla banda. Meno fortuna hanno tre ventenni, due italiani e un romeno, che, in una sera di metà agosto, le prendono di santa ragione riportando ecchimosi ovunque. Il motivo del pestaggio rimane ignoto. Stessa sorte tocca a due ragazzi italiani picchiati il 2 set- tembre scorso e finiti all’ospedale con i lividi sparsi ovunque.

Spaventata dal processo, la sera del 27 febbraio scorso la baby gang convince un amico a dissuadere uno dei denunciant­i. Il canale scelto per recapitare il messaggio è Instagram, dove uno dei bulli lascia diversi post dando dell’infame alla vittima. Le ultime parole scritte sul social sono inequivoca­bili: «T’hanno già menato, stai attento».

Gli assalti

Sei gli assalti compiuti dalla banda di giovani ricostruit­i dagli inquirenti

Le accuse

Lesioni, stalking e detenzione di armi i reati contestati dal pm dei minori

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