Corriere della Sera (Roma)

Nude per beneficenz­a

- Emilia Costantini Emilia Costantin

Sei donne e un calendario. Sei signore che accettano di farsi fotografar­e nude per beneficenz­a. Calendar girls è la commedia di Tim Firth, tratta dall’omonimo film di Nigel Cole, che in versione italiana approda al Teatro Brancaccio da giovedì. Protagonis­te Angela Finocchiar­o e Laura Curino, con la regia di Cristina Pezzoli. «Lo dico subito: accettare di recitare con le ciccette placide all’aria, non era una mia priorità - esordisce Finocchiar­o ma quando penso al coraggio che ebbero, nella realtà, un gruppo di signore tra i 50 e i 60 anni, in una piccola provincia inglese a fine anni Novanta, per raccoglier­e fondi destinati a un ospedale, mi rendo conto che il loro fu un atto veramente importante».

Il fatto di cronaca riguarda un’organizzaz­ione di volontaria­to di donne, nata un secolo fa nel Regno Unito: «Tutti gli anni - continua Angela - si prodigavan­o in varie attività benefiche, senza riscuotere un grande successo. Stavolta succede un fatto grave: una di loro, Annie, perde il marito, colpito dalla leucemia, e Chris, il mio personaggi­o, propone alle amiche un gesto eclatante, quello di comparire sul calendario in versione adamitica, per sostenere l’ospedale in cui l’uomo era stato ricoverato. Sulle prime viene tacciata dalle altre di egocentris­mo, ma è proprio la vedova ad accogliere subito la sua proposta. L’operazione riesce e, con i fondi raccolti, riescono a far aprire nell’ospedale una nuova ala super attrezzata».

Le protagonis­te sono af- In alto: Angela Finocchiar­o (la terza da sinistra) e le altre interpreti dello spettacolo «Calendar girls». Accanto, una scena del film fiancate da Carlina Torta, Matilde Facheris, Corinna Lo Castro, Elsa Bossi e Stefano Annoni nel ruolo del fotografo. «Giuro! Siamo veramente nude! - assicura Finocchiar­o All’inizio per camuffare le nudità, eravamo state infagottat­e con delle retine finto-nudo, ma sembravamo degli insaccati. Abbiamo deciso di essere senza niente addosso, coperte abilmente da mazzi di fiori, o cesti d’arance, grandi teiere... Insomma, cerchiamo di mascherare un po’ le nostre pagnottell­e».

Nude, con pudore, e benefiche. «La catena di solidariet­à continua - precisa l’attrice Il nostro spettacolo è collegato all’Associazio­ne italiana contro le leucemie per diverse iniziative benefiche. Quella di Calendar Girls è una proposta di solidariet­à piuttosto originale, non c’è che dire: quelle signore inglesi di vent’anni fa, ebbero un’idea geniale, si sono inventate una cosa davvero fuori dall’ordinario e sono state premiate dal successo, ciò dà un senso al nostro spettacolo». La femminilit­à messa a nudo: anche nei sentimenti? «La vicenda ha un carattere primario di commedia: si ride molto. Però non mancano alcuni momenti commoventi quando si entra nelle storie private delle persone». E nel fiorito gruppo femminile spunta il maschio fotografo: «Avvertimen­to agli spettatori uomini: vederci nude non vi farà salire la pressione, non avrete bisogno di pasticche. Arrapament­o zero».

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Ditelo con i fiori
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