Corriere della Sera (Roma)

Pruzzo e il magico ‘84 «Due imprese diverse Ora niente Liverpool»

- Di Stefano Agresti

Ricordi ed emozioni di Roberto Pruzzo, indimentic­ato bomber del secondo scudetto della Roma e protagonis­ta assoluto della rimonta nella semifinale di Coppa dei Campioni contro il Dundee nell’84. «Due rimonte diverse perché noi, all’epoca, eravamo molto più forti degli scozzesi. Ora mi vanno bene tutte ma non il Liverpool: gli inglesi non li voglio vedere, non tengo a quel genere di revival».

Trentaquat­tro anni fa, il 3-0 fu tutto suo: segnò due gol e si prese un rigore, poi trasformat­o da Di Bartolomei. Era il 25 aprile, la Roma rimontò gli scozzesi del Dundee e conquistò la finale di Coppa dei campioni. All’Olimpico, contro il Liverpool. Una rimonta storica, la più emozionant­e della storia gialloross­a. Fino a martedì.

Roberto Pruzzo, la Roma ha travolto il Barcellona come fece la sua con il Dundee.

«Storie diverse: noi eravamo molto più forti degli scozzesi. All’andata avevamo perso 2-0, ma solo perché avevamo sofferto il loro modo di giocare: palla al portiere e rinvio lungo, “in the box” come dicono là. Prendemmo due reti in quel modo».

Fu la sua partita: due gol e il rigore.

«Avevo qualcosa da farmi perdonare, a Dundee non avevo mai toccato la palla, era come se la Roma avesse giocato in dieci. Al ritorno, feci in modo che giocasse in dodici».

Fu una partita piena di polemiche.

«Io ricordo soprattutt­o il caldo: infernale. Poi ci fu uno scontro con il loro allenatore, alla fine della gara: all’andata non si era comportato bene, diciamo così, e a qualcuno di noi non andava giù».

E, qualche anno dopo, il caos per i cento milioni che sarebbero stati dati all’arbitro Vautrot.

«Una storia che coinvolse il presidente Viola, ma senza senso: Vautrot ci annullò anche un paio di gol, di certo non ci aiutò».

Questa Roma ha qualcosa di quella che arrivò in finale nel 1984?

«Niente. Noi eravamo una squadra di pensatori fini, di fenomeni a livello tattico. Avevamo registi in ogni parte del campo: Falcao, Di Bartolomei, ma anche Conti, Cerezo... Ma non saremmo stati in grado di giocare una partita di eccezional­e aggressivi­tà come quella con il Barcellona».

Si aspettava che Di Francesco cambiasse il modulo come ha fatto?

«Era inimmagina­bile. Ha avuto una grande intuizione, forse dopo avere preso due gol in quel modo con la Fiorentina ha detto: mi metto a tre in difesa, vediamo che succede».

La semifinale è il risultato di una programmaz­ione oppure un caso?

(ride) «Sia in estate che a gennaio hanno provato a vendere giocatori, non mi sembra ci sia grande programmaz­ione. Ma il calcio è bello anche per questo».

Chi vorrebbe trovare in semifinale? Il Liverpool per vendicare la finale di 34 anni fa?

«Non voglio nemmeno vederlo, il Liverpool: è un revival al quale non tengo affatto, anche per l’epilogo. E poi tutti mi chiederebb­ero perché sono stato sostituito, perché Falcao non ha tirato il rigore, perché due campioni del mondo lo hanno calciato in curva... Vanno bene tutte, ma il Liverpool proprio no».

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Vecchi miti Roberto Pruzzo, a destra, con l’ex compagno Paulo Roberto Falcao

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