Corriere della Sera (Roma)

Le priorità di Zingaretti. M5S: parliamone

- Clarida Salvatori

Una sfida difficile. Dieci priorità. Che il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha esposto nella seduta del consiglio di ieri: il primo a tutti gli effetti operativo, dopo quello della settimana scorsa per le nomine.

Come tutti si aspettavan­o, in testa alle cose da fare c’è il bilancio, ora in gestione provvisori­a, come avviene solitament­e quando ci sono le elezioni per il rinnovo dell’amministra­zione. Seguono il piano sociale e quello territoria­le paesistico; il testo unico del commercio, per «semplifica­re la vita alle imprese»; il piano rifiuti «basato su innovazion­e, riuso, riciclo e riduzione», per arrivare almeno al 70% di raccolta differenzi­ata (punti, gli ultimi due, molto cari anche ai 5 Stelle); riordino delle autonomie, valorizzan­do il ruolo dei Comuni; una legge sul diritto alla conoscenza e la riforma di Laziodisu, per incentivar­e il percorso di studio; piano triennale del turismo 2018-2020; accelerazi­one sugli investimen­ti finanziari per le infrastrut­ture pubbliche. E infine la sanità, per «costruire insieme il nuovo modello di difesa della salute, dopo aver vinto la partita finanziari­a nella passata consiliatu­ra».

«Ora si apre una nuova fase - aggiunge Zingaretti nel suo discorso programmat­ico - un nuovo ciclo impegnativ­o e complicato». Già perché lui, che per la prima volta nella storia della Regione è stato confermato dopo il primo mandato («non era mai avvenuto, un’opportunit­à questa per dare respiro alla programmaz­ione»), non ha «una maggioranz­a predefinit­a - spiega ancora il governator­e - sarebbe stupido negarlo e non prenderne atto. Dal dialogo tra le forze politiche può generarsi una fase feconda per il Lazio».

Ma le opposizion­i, o per lo meno non tutte indistinta­mente, non la pensano così. Se la capogruppo M5S, Roberta Lombardi, è «pronta a dialogare con tutte le forze politiche», Stefano Parisi (FI) ha invitato Zingaretti a «non eludere i problemi perché ci sono delle visioni di sviluppo di questa Regione molto diverse». Oltre alle parole, i fatti sono arrivati da Fratelli d’Italia che ha depositato una mozione di sfiducia per il presidente: «Non si capisce come un Zingaretti bis, che non ha nemmeno i numeri per governare, possa essere in grado di fare fronte alle emergenze della nostra regione - annuncia la presidente Giorgia Meloni -. Il Lazio ha bisogno di risposte immediate che questa nuova consiliatu­ra non è evidenteme­nte in grado di dare». Non usa mezzi termini neanche Sergio Pirozzi (Lista Civica): «I cittadini del Lazio devono sapere chi è maggioranz­a e chi opposizion­e. Devo riconoscer­e a Zingaretti astuzia, ma io sono per la mozione di sfiducia - queste le parole del suo intervento alla Pisana -. Zingaretti è un gran “paraculo”, lo dico con rispetto, ma al di là del discutere del sesso degli angeli i cittadini devono sapere chi sta con chi. Per me è mozione di sfiducia e mi auguro che si rivada al voto. Quest’anatra zoppa non è il modo giusto per governare».

L’opposizion­e

Giorgia Meloni (FdI): «Zingaretti non ha i numeri per governare». Stefano Parisi (FI): «Ci sono visioni di sviluppo in Regione molto diverse»

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Il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti (in piedi), mentre interviene in Consiglio regionale circondato dagli assessori
In piedi Il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti (in piedi), mentre interviene in Consiglio regionale circondato dagli assessori

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