INCENDI, PENSIAMOCI ADESSO
La stagione estiva, malgrado il tempo sia ancora incerto, è ormai alle porte. E, inevitabilmente, si riproporrà il problema della difesa delle aree verdi. Ieri i giudici hanno condannato a quattro anni di reclusione uno dei piromani che l’anno scorso ha appiccato le fiamme alla pineta di Castel Fusano. Il parco urbano più esteso della nostra città, oltre a essere a ridosso del litorale, ingloba la tenuta presidenziale di Castelporziano ed è tutelato in quanto Riserva naturale statale ricco di una rara e rigogliosa macchia mediterranea. Si dirà: ci sono i presupposti per trattarlo come un fiore all’occhiello, per impegnare tutte le risorse disponibili e garantirne l’integrità. Macché, almeno a vedere cosa è accaduto l’anno scorso durante i mesi più torridi. Un rogo dietro l’altro, cento ettari andati in fumo dei 916 totali. Uno scempio ecologico che non deve ripetersi. I piromani, purtroppo, l’hanno fatta da padroni, approfittando della scarsa sorveglianza. Sono solo due le telecamere installate (solo due: ma non saranno poche?), una delle quali - per di più - l’estate scorsa ha funzionato a singhiozzo. Di fronte alla cronica carenza di forestali e di giardinieri del Comune, dopo i due incidenti più devastanti, sono state chiuse le strade e schierati poliziotti, carabinieri e vigili urbani mentre il Campidoglio annunciava lo stanziamento di un milione e mezzo di euro per la tutela. Finora, però, nulla si è visto. Cosa si aspetta per intervenire prima che sia nuovamente troppo tardi?