RAGAZZI E MEMORIA, NELLE CASE
Ecco la mappa delle aree da liberare per tutelare i monumenti
«Quell’uomo di camice bianco guardò la ragazza che era bella, forte, alta, la conoscevamo tutti a Rodi. Capì che era adatta ai lavori forzati. Ma aveva un problema: quel neonato stretto tra le braccia. Lui glielo strappò e lo gettò a terra, sulla sinistra. Lei urlò, implorò che qualcuno si occupasse del bambino. Le sue grida continuano ad apparire nei miei incubi. Se vedi una cosa del genere, non potrai mai dimenticarla». Quando senti parlare Sami Modiano, uno dei rari ebrei deportati nel 1944 e sopravvissuti al campo nazista di Auschwitz-Birkenau, capisci perché Walter Veltroni nel filmtestimonianza che gli ha dedicato (Tutto davanti a questi occhi, prodotto da Sky e Palomar) abbia voluto solo primi piani di un uomo che da anni tramette la sua testimonianza alle nuove generazioni. Mercoledì pomeriggio, Sami Modiano ha parlato in una casa privata, di fronte a un piccolo gruppo di liceali del «Volterra» e del «Maria Montessori». Tutti ospiti di Alex e Loren Raccah Debash per Yom HaShoah , data ebraica in cui si ricordano le vittime della Shoah. L’iniziativa è nata in Israele ed è stata adottata a Roma: un testimone e alcuni studenti delle scuole celebrano intimamente il ricordo. Gli incontri sono organizzati dalla Comunità ebraica di Roma in collaborazione con l’Unione delle comunità ebraiche italiane, con Progetto Memoria e Fondazione Museo della Shoah.
Le bancarelle se ne dovranno andare da strade come via Sabotino e via Ferrari (accanto ai mercati); da via Cipro dove ingombrano l’ingresso della linea A del metrò e da via delle Cave Ardeatine, di fronte la Piramide. Quanto alle «anomale», altre 35, dovranno abbandonare luoghi più di turistici, come Porta Angelica e Risorgimento, via Nazionale, piazza Santa Maria Maggiore e via Amendola dietro la stazione Termini. Il piano di ricollocazione o rimozione è partito. E su questo l’assessore al Commercio del I Municipio, Tatiana Campioni, ha appena scritto la lettera per gli adempimenti previsti dalla delibera della Giunta Municipale del 27 febbraio scorso. Nel documento si dice che le bancarelle che provengono da altri municipi non si potranno più fermare dove in realtà hanno trovato stabile collocazione, soprattutto accanto al Vaticano o ai mercati di Prati. Mentre i banchi «anomali» , quelle che sostano abitualmente in un luogo in contrasto con le norme (come quelle del Codice della strada) e che «non saranno mai convertite in regolari con posteggi fissi», precisa Tatiana Campioni, o si vedranno decadere la licenza, oppure anche per loro c’è il trasloco. «Stiamo continuando a lavorare al nostro “Piano del commercio su area pubblica” nonostante la proroga delle direttiva Bolkestein», spiega la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi: «Una scelta che non abbiamo condiviso perché pensavamo fosse giusto procedere ad una deroga per i centri storici ormai al collasso». Il piano «sarà una sorta di piano regolatore per il commercio ambulante - precisa - con l’obiettivo di migliorare la vita di tutti, trovando un equilibrio tra la tutela dei monumenti, la sicurezza delle strade, la vivibilità dei residenti, la salvaguardia dei negozi di vicinato e le esigenze degli ambulanti». L’assessore municipale al Commercio, che ha effettuato il censimento per poter comunicare i risultati in tempi rapidi al Campidoglio, aggiunge: «Il nostro territorio è saturo di bancarelle. Tutti vogliono lavorare nel centro storico. Per noi non si tratta di liberare qualche strada, ci sono intere aree che sono state dichiarate incompatibili con il commercio ambulante dal tavolo del decoro». Tatiana Campioni spiega anche che «con la delibera approvata a febbraio abbiamo voluto chiarire due aspetti: tutte le rotazioni che provengono da altri municipi devono tornare al territorio di appartenenza. E non regolarizzeremo in posti fissi le licenze anomale che sono in contrasto con le norme». Parte così il piano di spostamento delle bancarelle annunciato da Virginia Raggi a febbraio. «Abbiamo deciso di delocalizzarle», disse allora la sindaca, rassicurando i venditori: «Nessuno degli ambulanti perderà il lavoro».