«No al bracciale elettronico ai netturbini»
Spazzini col braccialetto elettronico, come a Livorno, per verificare il lavoro dei dipendenti? A Roma no, mai. «Impossibile», per i sindacati. Idea «da non prendere in considerazione», per il Comune. Il dibattito, però, viste le condizioni della città, è più che mai aperto.
Spazzini col braccialetto elettronico, come a Livorno, che ha introdotto il «modello Amazon» per verificare il lavoro dei dipendenti? A Roma no, mai. «Impossibile», per i sindacati. Idea «da non prendere in considerazione», per il Comune, che pure con la città di Livorno, negli ultimi mesi, ha sviluppato diversi punti di contatto.
Da Livorno infatti proviene l’attuale assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, regista della procedura di concordato preventivo (la stessa che oggi sta attraversando l’Atac) che ha consentito proprio il salvataggio dell’Aamps, l’azienda dei rifiuti livornese che ha appunto introdotto la novità dei braccialetti controlla-dipendenti. A Livorno la novità è già diventata un caso. Perché, dicono i lavoratori, si instaura di fatto una forma di controllo lesiva di ogni accordo sindacale e, importante sul piano legislativo, nascerebbero anche problemi di privacy. L’azienda, al contrario, ragiona in termini di efficienza. Una questione che a Roma, con la raccolta dei rifiuti perennemente in difficoltà e un tasso di assenteismo - all’Ama - stabilmente sopra il 14% e anzi in crescita nell’ultimo trimestre 2017 (16,41), andrebbe affrontata seriamente. Il metodo, comunque, non sarà quello di Livorno. «L’idea non è mai stata presa in considerazione». Il Campidoglio non lascia aperto neppure un margine per il dibattito: no, non se ne è mai parlato e no, non se ne parlerà. Conferma la posizione anche la municipalizzata: sarebbe impossibile. Impossibile, infine, per i sindacati: la Cisl, che contesta sul principio la scelta del braccialetto elettronico, e la Cgil, che spiega l’incompatibilità sul piano tecnico. «Nei pochi incontri che abbiamo avuto la possibilità di organizzare con l’assessorato di riferimento - raccontano dalla Cisl Roma Capitale e Rieti - non si è mai parlato del braccialetto elettronico». Nel caso, la risposta del sindacato sarebbe comunque negativa: «Se in futuro dovesse palesarsi questa ipotesi saremmo assolutamente contrari, non accetteremmo mai queste forme di controllo a distanza dei lavoratori». Sempre contraria, ma tecnicamente, anche la Cgil, come spiega Massimo Cenciotti (coordinatore nazionale igiene ambientale Fp Cgil) per dodici anni netturbino all’Ama e adesso al tavolo delle trattative a Livorno: «Purtroppo, lo dico da romano quindi con dolore, da noi non si può neanche parlare di un sistema del genere, sarebbe come chiedere all’Uomo di Neanderthal di guidare un motorino». Cioè l’Ama è troppo «indietro» per questi argomenti: «Tra vent’anni, forse, qua l’organizzazione del lavoro è talmente sgangherata che quel tipo di rilievo oggi sarebbe impossibile, i colleghi raccolgono ancora l’immondizia con le mani…». Là a Livorno, spiega, il controllo è possibile perché «il netturbino passerà in quel punto a quella determinata ora, dati che oggettivamente oggi Roma non può garantire, quindi ecco: non dico no a prescindere ma la discussione, attualmente, sarebbe fuori contesto».
Comune «A Roma questa idea è da non prendere neanche in considerazione»