Romaeuropa, il Festival guarda al mondo
Romaeuropa festival, ma sarebbe più giusto Roma-mondo (Between Worlds l’attuale sottotitolo): perché è ai nuovi fermenti internazionali che guarda la prossima edizione, dal 19 settembre al 25 novembre, come sempre su sfondi diversi. Dice la presidente della Fondazione Romaeuropa Monique Veaute del forte apporto delle accademie. E il vicesindaco Luca Bergamo sottolinea che «il rischio economico della produzione culturale è irrilevante, perché la cultura è un diritto costituzionale». Resta lo sforzo che ogni anno compie Romaeuropa per proporre spettacoli fortemente innovativi. Il mondo dunque, «con i conflitti cui l’arte — osserva il direttore artistico Fabrizio Grifasi — cerca di dare una lettura». In apertura Kirina, opera per danzatori, musicisti e 40 figuranti del coreografo del Burkina Faso Serge-Aimè Coulibaly con Rokia Traorè e il librettista Felwine Sarr.
Dalla performance in biblioteca The quiet volume dell’inglese Tim Etchelis al concerto di Oumou Sangaré, Grammy Award nel 2010. Dai ballerini (gli uomini in body femminile) della coreografa Sharon Eyal, associata alla Batsheva dance company e impegnata in Love Chapter 2 — amore dalle venature glamour — alle manipolazioni dei catalani Agrupación Señor Serrano in Kingdom: come sfuggire alle crisi cicliche dell’Occidente? Voci dal Libano: Omar Rajeh in #Minaret urla il rimpianto. Per mille anni il minareto della Moschea di Aleppo è stato un simbolo. Non esiste più. In Saigon di Caroline Guiela Nguyen, undici attori (francesi, francesi di origine vietnamita e vietnamiti) si descrivono, stranieri in Francia ma anche in patria. Wen Hui riporta nella Cina maoista attraverso un balletto dell’estetica socialista, The red detachment of women. Lola Arias ricostruisce invece la guerra delle Malvinas. Per fare i conti con realtà virtuale, Digitalive chiama a raccolta una folla di contaminatori, come l’Ensemble Giorgio Bernasconi della Scala diretto da Peter Rundell per The Yellow Shark di Zappa. Peter Brook porta in prima nazionale The prisoner. Ospiti per la musica nomi come John Adams con l’orchestra e il coro di Santa Cecilia, Marc Ribot con Fay Victor e Daniele Del Monaco per l’Odissea Sufi The Zone, e l’icona world Angélique Kidjo. Mario Martone riallestirà Tango glaciale. Un’infinità di temi, ognuno una sezione: Kids Family propone l’accoppiata Cuticchio-Sieni. Anni luce è un focus sugli emergenti della scena teatrale italiana. Dancing Days affronta tendenze coreografiche nuove e controcorrente (The Dry Piece XL Edition di Keren Levi, ad esempio, sguardo sulla nudità femminile). Quasi un ritorno allo spirito iniziale, quando il festival nacque, 33 anni fa.
Protagonisti
Tra le presenze, Peter Brook, Sharon Eyal, Rokia Traoré, Mario Martone