Inzaghi, intuizione e coraggio: 4 stelle la mossa decisiva
Anderson per De Vrij: sullo 0-2 l’intuizione decisiva a Firenze
Gli danno del difensivista, lo trattano come se stesse attento innanzitutto a coprirsi. Sacchi lo ha definito «italianista», e conoscendo le sue idee sul calcio all’italiana, ad esempio del Trap, non si è trattato di un complimento. Probabilmente non hanno guardato i numeri di Inzaghi e della sua Lazio, che ha il miglior attacco della serie A (79 gol, 27 in più della Roma e 25 in più dell’Inter) e la decima difesa: cifre degne di Zeman, quasi. Dovute in parte alle sue scelte («A me piace un calcio propositivo, sempre») e in parte anche alle lacune di certi suoi giocatori, soprattutto là dietro.
A Firenze il difensivista Inzaghi si è inventato una mossa al limite. Era il 25’, la Fiorentina aveva due gol di vantaggio, entrambe le squadre erano rimaste in dieci ma mentre i viola avevano perso un trequartista (Eysseric, che aveva lasciato il posto al portiere di riserva) alla Lazio era venuto meno un centrocampista di sostanza, Murgia, il sostituto naturale dell’acciaccato Parolo (a proposito: ieri è rimasto a riposo, la sua presenza domenica contro la Sampdoria è in dubbio).
Ebbene, in una situazione di punteggio che rischiava di diventare pesantissima, Simone ha azzardato. O forse no, perché non è uno scriteriato: ha fatto ciò che gli suggeriva il campo. E allora fuori un difensore (il più affidabile e forte, De Vrij) e dentro un altro attaccante, Felipe Anderson.
Volevate vedere le quattro stelle tutte assieme? Quando ce n’è bisogno, quando il campo lo richiede, io sono pronto a impiegarle, anche con minore copertura del solito. Ha ragionato così, più o meno, Inzaghi. E ha ridisegnato la sua Lazio come non ci saremmo aspettati: difesa a quattro, in mezzo Leiva e MilinkovicSavic con Luis Alberto che cercava spazi sulla fascia, e poi davanti Felipe Anderson un po’ defilato sul lato opposto rispetto allo spagnolo a sostegno di Immobile.
È così, con questo modulo ultra offensivo, che ha ribaltato la partita: da quel momento in poi la Lazio ha segnato quattro gol subendone uno e, soprattutto, non ha mai perso equilibrio. Le quattro stelle, il tormentone della stagione laziale sul piano tattico, non saranno riproposte contro la Sampdoria: Luis Alberto è squalificato, il problema nemmeno si pone.
E quasi certamente non si vedranno dall’inizio nemmeno nelle altre quattro gare, quelle che decideranno lo sprint per la Champions. Poi, quando sarà il momento, magari appariranno di nuovo tutte assieme.